Presidio oggi (martedì 2 luglio) a Bologna dei lavoratori della La Perla, in occasione della prima riunione in Regione Emilia Romagna del tavolo di crisi. Il marchio storico di intimo di lusso è stato acquistato nel febbraio 2018 dalla società anglo-olandese Tennor (ex Sapinda): lunedì 24 giugno ha annunciato un piano industriale che prevede il taglio di 120 addetti, per lo più concentrati nella sede bolognese. Immediata la protesta di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che hanno dichiarato 16 ore di sciopero (di cui otto si sono tenute lunedì 1° luglio, con un'adesione del 100 per cento). Lo stop inizierà alle ore 14, in concomitanza con il sit-in (in viale Aldo Moro 44).

Gli esuberi di circa un quarto del personale (i dipendenti sono 428), spiegano i sindacati, sarebbero in larga parte maestranze di livello, ossia le lavoratrici (il personale della La Perla è quasi esclusivamente femminile) che si occupano dello sviluppo del campionario e del design, della parte di creazione e innovazione. Il timore è che questo sia il primo passo verso un disimpegno totale da parte della holding olandese. “I problemi si risolvono con ammortizzatori conservativi – spiega Roberto Guarinoni, segretario generale della Filctem Cgil bolognese – e non con il licenziamento di professionalità che, in questo caso, non verranno mai più recuperate”.

La Tennor ha motivato la decisione con la necessità di avviare “un piano di riorganizzazione, non più rinviabile, che prevede la razionalizzazione di funzioni non collegate alla produzione diretta”. Lo scopo è “riportare in equilibrio la gestione operativa dell’azienda, in sofferenza da quasi vent'anni”. Per i sindacati, invece, la decisione mette “a rischio la continuità produttiva del sito di Bologna, impoverendo il bagaglio professionale che ha reso La Perla il marchio riconosciuto in tutto il mondo”.