La lettera è arrivata il 6 ottobre: lo stabilimento chiude. La multinazionale americana Cargill ha attuato quanto lasciato intendere a metà aprile: l’impianto di Pace del Mela (Messina) sarà dismesso, con il conseguente licenziamento dei suoi 49 addetti. Immediata la reazione dei sindacati, che hanno indetto lo stato di agitazione e coinvolto le istituzioni territoriali.

Lo stabilimento, sito nell’area industriale di Milazzo, è attivo nella produzione di pectina (ingrediente naturale usato come addensante per gelatine e marmellate) da agrumi freschi, in particolare dai limoni siciliani. La chiusura, sostengono i sindacati, permette il “salvataggio” degli altri due stabilimenti europei della multinazionale, siti a Redon (in Francia) e Malchin (in Germania), che non verrebbero coinvolti nel piano globale di riorganizzazione di Cargill.

La multinazionale ha acquistato l’impianto nell’ottobre 2015. “Da anni la pectina è uno dei prodotti di punta del nostro portafoglio di texturizzanti”, diceva all’epoca la presidente della divisione Cargill texturizing solutions Colleen May: “La forza lavoro di Milazzo è una grande acquisizione, dal momento che possiede conoscenze e capacità altamente specializzate, oltre a eccellenti processi di produzione e procedure di sicurezza sul lavoro”.

Da segnalare, infine, che l’azienda ha disertato mercoledì 8 ottobre l’audizione (che era stata convocata sulla vertenza) presso la Commissione Attività produttive dell’Assemblea regionale siciliana. La nuova convocazione, su richiesta di Cargill, è stata messa in calendario per mercoledì 29 ottobre.

Sindacati: “Scongiurare l’ennesimo scippo al territorio”

“Si tenta così di mettere la parola fine a una delle residuali e importanti attività produttive dell’area industriale di Milazzo, lasciando senza lavoro gli addetti diretti e dell’indotto”, scrivono Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil: “Inoltre non c’è un altro acquirente, quindi si lasciano i lavoratori anche senza un futuro”.

I sindacati rilevano che la multinazionale avrebbe presentato alle istituzioni una documentazione “costruita su numeri ingannevoli, senza alcuna spiegazione tecnica o economica, palesemente volta a scoraggiare eventuali compratori”. Ritengono, inoltre, che “non si può parlare di insostenibilità quando la stessa azienda cresce e investe in altri Paesi”. Va segnalato, infatti, che la multinazionale ha recentemente effettuato un forte investimento (che si aggirerebbero sui 150 milioni di dollari) per un nuovo impianto in Brasile per la produzione di pectina.

Le tre sigle considerano “importante e urgente, visti i tempi dettati dalla norma per la procedura, attivare il confronto che avevamo già chiesto con l’assessore regionale alle Attività produttive, il prefetto di Messina, Sicindustria, le amministrazioni comunali dell’area industriale di Milazzo e l’azienda per scongiurare l’ennesimo scippo al territorio e per restituire certezze e serenità alle famiglie dei lavoratori”.

Filctem Cgil e Femca Cisl così concludono: “Cargill prospera nel mondo, ma qui in Sicilia lascia macerie. Eppure il sapere che ha esportato nasce da queste mani e da questo territorio. In assenza di risposte, sindacato e lavoratori si vedranno costretti a intraprendere azioni di protesta”.