Il 17 ottobre la prima del Wozzeck di Alban Berg non ci sarà. Al suo posto un concerto gratuito dell’orchestra de La Fenice in piazza, ad accompagnare l’assemblea di musicisti e maestranze. Nessuna soluzione, infatti, per il caso della nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale. Nessun passo indietro nemmeno nell’incontro che le rsu del teatro, Cgil Venezia e Slc Cgil Veneto, hanno avuto con il sindaco e con il sovrintendente. 

L’incontro di ieri (8 ottobre) con il sindaco si è concluso con un nulla di fatto?

Conoscendo Luigi Brugnaro – è stato lui a convocare la riunione – immaginavamo che si sarebbe posto come il “risolutore” dell'impasse e dunque speravamo che avesse un asso nella manica. Ma non ce l’aveva, si è limitato a chiederci di appianare le cose e dare una possibilità al maestro Venezi. Come segreteria, insieme alle rsu del teatro, abbiamo tenuto a precisare che non abbiamo nessuna questione personale contro Beatrice Venezi. Non è una questione di orientamento politico. Ma se l’approccio è “fatevela piacere” non ci sta bene.

Che tipo di proposta avreste potuto accettare?

Per esempio quella di “congelare” la nomina, visto che la delibera è stata emanata con un anno di anticipo, il ruolo sarà operativo solo da ottobre 2026. Si sarebbe potuto chiedere all’Orchestra di testare sul campo il rapporto con il direttore, lavorando insieme a qualche opera nel corso dell’anno, per valutarne direttamente le competenze artistiche e relazionali. Come sindacato è questo il suggerimento che abbiamo dato all’orchestra, perché andrebbe nella direzione di instaurare un percorso comune, farebbe sentire i musicisti coinvolti in un processo decisionale dal quale sono stati completamente estromessi. Parliamo di professori d’orchestra di altissimo livello, al pari di Beatrice Venezi, assolutamente in grado di esprimere un giudizio di merito. Ma qui il vero problema è con Colabianchi.

Cosa c’è che non va con il sovrintendente?

Uno che qualche giorno prima sosteneva che non fosse stato ancora deciso nulla, e pochi giorni dopo ci siamo ritrovati con questa “sorpresa”. Ma visto che al sindaco Brugnaro piace il basket, ed è presidente della squadra del Venezia, proviamo a usare una metafora calzante: se il presidente della squadra sceglie un allenatore molto popolare, ma i giocatori e i tifosi non lo vogliono, come finisce? Un direttore che non va d’accordo con l’orchestra crea una situazione insostenibile.

Ma allora perché il sovrintendente non fa un passo indietro? Per usare un’altra metafora, il problema è che Venezi arriva da Roma?

Dal ministero, esattamente come Colabianchi. La politica sta operando per imporre le sue scelte all’interno delle istituzioni culturali, e di per sé non sarebbe un problema se fossero scelte di comprovata qualità. Negli anni Settanta si esibì alla Fenice Herbert von Karajan, uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi. Ma anche un nazista. Eppure nessuno lo cacciò. Il tentativo di buttarla in politica è tutto del centrodestra, che ha agito per influenzare le decisioni. L’orchestra della Fenice non è il ritrovo del soviet supremo. Non sono tutti comunisti, sono grandi professori d’orchestra che avrebbero gradito essere consultati prima.

Al momento quindi lo sciopero del 17 ottobre resta confermato?

Sì, salterà la prima dell’opera Wozzeck di Alban Berg e i lavoratori faranno un’assemblea. Ma la cosa bella è che l’orchestra suonerà gratuitamente in piazza per il pubblico, che ne sta sostenendo la protesta, molti abbonati hanno preso apertamente posizione contro la nomina della Venezi.

Come finirà questa storia?

Intanto la nomina diventerà effettiva tra un anno, quindi ci sarebbe tutto il tempo di avviare un percorso di conoscenza con l’orchestra, come da noi suggerito. Ribadisco che la delibera è arrivata con larghissimo anticipo, il che desta sospetti rispetto all’intento di piazzare una pedina per tempo. La mia sensazione è che sovrintendenza e ministero dovrebbero fare un passo di lato, anche per tutelare la stessa Venezi. In primis perché lavorare in un clima così teso sarà impossibile. Poi perché lei stessa, in queste condizioni, farebbe fatica anche per la sua carriera. La vicenda della Fenice, comunque si concluderà, rischia di chiuderle tutte le porte.

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