L’aumento dei salari, la riforma fiscale, l’eliminazione di subappalti e precarietà. Obiettivi alti e di sicura efficacia, un programma economico e sociale di un sindacato che non smette di essere ambizioso, di volere un Paese forte e non l’Italietta che il governo sembra prefigurare. 

“Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”: questo il documento unitario che Cgil, Cisl e Uil hanno posto a fondamento della mobilitazione in corso, che vedrà tre grandi manifestazioni interregionali svolgersi a Bologna (6 maggio), Milano (13 maggio) e Napoli (20 maggio).

Una mobilitazione, articolata in assemblee in tutti i luoghi di lavoro, che intende sostenere le richieste unitarie anche per il rinnovo dei contratti nazionali pubblici e privati, la riforma della previdenza, il potenziamento del welfare, la sicurezza sul lavoro.

“Vogliamo coniugare il cambiamento del Paese e dell’Europa – scrivono Cgil, Cisl e Uil – con il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, dei giovani e delle donne che in questi anni, anche a causa della pandemia e della guerra, sono invece peggiorate sia in Italia sia in Europa”.

Salari e contratti

Il primo punto del documento è l’emergenza per i redditi di lavoratori e pensionati, colpiti dall’aumento dei prezzi, dal rialzo dei mutui, dalla stagnazione di stipendi e assegni previdenziali. A tenere giù i salari sono anche le politiche aziendali volte al dumping contrattuale e il ritardo dei rinnovi dei ccnl. Senza dimenticare che l’occupazione irregolare e precaria rende povero anche chi lavora.

“Va aperta una vertenza generale per l’aumento dei salari”, scrivono i sindacati. Occorre agire abbassando il carico fiscale, rinnovando i contratti nazionali, riducendo immediatamente il cuneo contributivo di cinque punti fino a 35 mila euro di reddito annuo e ponendo fine alla diffusione dei contratti pirata.

Politiche industriali e Mezzogiorno

Per una crescita sostenibile servono politiche industriali e investimenti pubblici e privati, anche attraverso il pieno utilizzo delle risorse del Pnrr e dei fondi di coesione europei e nazionali. La transizione digitale, green ed energetica va governata in modo partecipato e condiviso, unitamente a quella sociale.

Cosa fare? Investire nelle infrastrutture materiali e immateriali, in particolare nel Sud, per evitare il rischio di una progressiva desertificazione industriale del Mezzogiorno. Occorre agire, infine, su fiscalità di vantaggio e incentivi alle imprese, strumenti che vanno condizionati al mantenimento e alla crescita dell’occupazione.

Salute e sicurezza

“Basta morti, malattie professionali e infortuni sul lavoro”: Cgil, Cisl e Uil lo dicono esplicitamente. Un obiettivo da centrare mediante la cancellazione dei subappalti a cascata, l’eliminazione della precarietà e dell’irregolarità contrattuale, il contrasto all’età avanzata nei lavori gravosi e usuranti, l’inadeguata sorveglianza sanitaria, la scarsissima tutela dei lavoratori e della gig economy.

L’intervento va fatto su più fronti: investire nella formazione e nella medicina preventiva, moltiplicare il numero di ispettori e tecnici Asl, garantire presenza e ruolo dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. E poi bisogna sanzionare le imprese che non rispettano leggi e contratti, collegando gli incentivi alle imprese agli investimenti in salute e sicurezza.

Fisco

La legge delega di riforma fiscale deliberata dal governo è “velleitaria negli obiettivi di copertura, pericolosa per il rischio che gli squilibri finanziari vengano colmati attraverso una riduzione della spesa sociale, iniqua a causa dell’obiettivo di riduzione della progressività”.

Cgil, Cisl e Uil si dicono contrarie sia alla flat tax sia alla riduzione del numero delle aliquote (che invece andrebbero riviste, assieme alle detrazioni, a beneficio dei redditi medi e bassi). E chiedono di eliminare i privilegi costituiti a favore dei percettori di redditi diversi da quelli da lavoro dipendente e da pensioni.

Il mix di misure prevede anche la restituzione del drenaggio fiscale (fiscal drag), l’incremento della lotta all’evasione e all’elusione (favorendo la completa tracciabilità), la fine di nuovi condoni o condoni mascherati, l’incremento della tassazione su rendite, grandi ricchezze ed extraprofitti, l’armonizzazione a livello europeo della tassazione sulle imprese.

Sanità

L’analisi dei sindacati è severa: la sanità è in piena emergenza, la pandemia ha evidenziato gli effetti dei tagli che si sono prodotti negli ultimi vent’anni, il blocco delle assunzioni non renderà davvero efficaci i fondi del Pnrr. “La condizione sia di medici, infermieri e operatori – si legge – sia dei cittadini che ne hanno bisogno non è più sostenibile”. 

È necessario, in primis, l’incremento del Fondo sanitario nazionale. Non è più rinviabile un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazione del personale precario, così come va garantito il rafforzamento della sanità territoriale e dei servizi di prevenzione e ospedalieri. Infine, la legge sulla non autosufficienza, che va sostenuta con risorse adeguate.

Pensioni

“La legge Monti-Fornero va cancellata”: i sindacati partono da qui. Una riforma è necessaria, ma la direzione è altra: estendere la flessibilità in uscita, permettendo di scegliere quando andare in pensione, senza penalizzazioni per chi ha contributi prima del 1996, a partire dai 62 anni di età anagrafica o 41 anni di anzianità contributiva (a prescindere dall’età).

È necessario poi valorizzare sul piano previdenziale il lavoro delle donne e il lavoro di cura, riconoscere il lavoro gravoso e allargare la platea dei lavori usuranti, introdurre la “pensione contributiva di garanzia” per i giovani e i percorsi lavorativi poveri e discontinui, sostenere la previdenza complementare e l’adesione ai fondi pensione negoziali.

Politiche per la casa

Anche qui c’è un’emergenza: i costi delle abitazioni aumentano, gli sfratti sono ricominciati, in particolare nelle aree metropolitane e a maggiore tensione abitativa. È quindi necessario un vero piano di edilizia residenziale pubblica, la messa a disposizione del patrimonio pubblico di abitazioni inutilizzate e il rifinanziamento dei fondi per l’affitto e la morosità incolpevoli.