Immersa nel traffico del quartiere San Giovanni, a Roma, c'è Musikè, una scuola di musica che ospita un coro di ragazzi con sindrome di Down. La scuola è un luogo ospitale. Le pareti blu fanno da sfondo a svariate attività: dal canto allo studio del pianoforte. La particolarità della scuola è un coro che, con la sua energia, fa vibrare gli animi delle persone che ascoltano. Un coro unico nel suo genere.

SCUOLA, EMOZIONI E MUSICA

La necessità di spazi di aggregazione e inclusione è fortemente sentita dai genitori e dagli insegnanti sensibili. Infatti, l’attenzione verso la disabilità viene spesso a mancare, lasciando alle sole famiglie l’impegno di far fronte alle sfide della quotidianità. Musikè ha scelto di dare la possibilità a dei ragazzi con sindrome di Down di avere uno spazio in cui esprimersi. Questo spazio, libero dai pregiudizi, li ospita ogni giovedì e permette loro di cantare, fare amicizia e stare insieme. I genitori dei ragazzi del coro Musikè raccontano di quanto sia complesso il rapporto con la scuola pubblica e le istituzioni governative. Molto spesso le necessità dei loro figli non vengono considerate: non si tiene conto dei loro ritmi di apprendimento e, soprattutto, talvolta si dimentica di trattare i ragazzi come “persone”. “Non persone con, ma semplicemente persone”. In un mondo lavorativo e scolastico imperniato sul “merito”, la scuola Musikè riporta al centro l’educazione ai sentimenti e alla relazione.

Sono proprio queste le motivazioni che muovono all’insegnamento Luca Ceccarelli. “L’importante è che i ragazzi migliorino a livello canoro e imparino a gestire le loro emozioni con più consapevolezza - afferma il maestro di musica -, la disabilità è qualcosa di cui tenere conto in relazione ai ritmi di apprendimento. Per il resto le dinamiche che si creano sono quelle di un coro tradizionale”. Simpatie, antipatie, amicizie, amori fanno parte della vita di ogni gruppo. L’importante “è valorizzare ogni persona in base alle sue capacità e al suo impegno, anche accettando qualche imperfezione musicale. Nessuno nel coro Musikè vuole primeggiare: tutti i membri si aiutano a vicenda e crescono insieme”.

IL SOGNO DI AMBRA

La passione per la musica si legge negli occhi di ogni singolo componente del gruppo. Una ragazza in particolare cattura la nostra attenzione per l’armonia nel movimento che accompagna la sua voce: “Quando canto o ballo provo un sentimento forte perché sento emozione, adrenalina, mi sento viva”. Per Ambra Benedetti e la musica è il centro di gravità permanente, il ritmo, il canale che le consente di esprimersi in tutta la sua vitalità. Ambra da piccola ha detto alla sua mamma che il suo sogno era entrare nel mondo della musica, fare la ballerina e dimostrare a tutti il proprio talento. La sua vecchia insegnante di danza dice: “Con lei ho fatto ciò che ho fatto con tutte le altre allieve, le ho insegnato a danzare. Non so se Ambra abbia degli ostacoli ma a me non sembra”.

Lungo il cammino ha incontrato anche qualcuno che l’ha messa in difficoltà, che si è interposto tra lei e il suo sogno, ma la sua caparbietà ha fatto la differenza e l’ha portata lontano. Danza moderna, classica, flamenco e balli latino-americani. Discipline differenti ma tutte caratterizzate da una profonda musicalità che le permette di mettersi in mostra, ritagliandosi anche qualche piccola soddisfazione, come il quarto posto ottenuto alle Paralimpiadi nelle danze latine.

Oltre alla danza il canto è una grande passione, tramandata dai genitori che l’hanno sempre supportata in questo suo viaggio musicale. Oggi il suo sogno resta quello di diventare una star. Ma probabilmente una star Ambra lo è già.

MUSIKÈ DI CLASSE, UN NUOVO INIZIO

Proprio dal papà di Ambra, Paolo, circa dieci anni fa nasce l’idea di creare un coro formato da soli ragazzi con la sindrome di Down. La sfida è ardua, ma Paolo conosce un bravo maestro di canto., proprio Luca, che ha una fraschetta a Frascati. Luca riflette bene sulla proposta dell’amico e dopo un po’ risponde presente. Da quella chiamata nasce il coro “Musikè di classe”, formato interamente da ragazzi Down. Un’opportunità per Ambra e gli altri ragazzi di far sentire la propria voce attraverso la musica e di stringere nuove amicizie.

Qui, i ragazzi con disabilità, provenienti da percorsi e storie diverse, trovano uno spazio sicuro per esprimere i propri talenti, le diversità diventano ricchezze, le difficoltà vengono affrontate insieme. In questo contesto, la musica diventa una vera forza che unisce e motiva, spronando ogni partecipante a crescere non solo sul piano musicale, ma anche e soprattutto umano. Cantare, divertirsi, celebrare i traguardi raggiunti insieme, trasformano il coro in una vera famiglia e l’energia che ne scaturisce va ben oltre le note. È l’eco di un’amicizia che dimostra come la musica non sia solo suono, ma un modo per creare connessioni autentiche.

UN CORO, MILLE VOCI

Un coro differente e inclusivo, non solo perché al suo interno tutti i ragazzi con sindrome di Down sono ben accetti, ma soprattutto in quanto esempio positivo e rappresentazione di migliaia di altre voci. Spesso sottostimate dai più, in realtà le persone con sindrome di Down rappresentano una fetta consistente della popolazione italiana. Secondo una ricerca de “Il Sole 24 Ore”, sono circa 40.000. In questo senso il coro diretto da Luca Ceccarelli spicca per la sua unicità. A livello nazionale sono diversi i gruppi musicali formati da persone con condizioni di disabilità: a Bologna, c'è CEN.TR.O. 21 ODV che comprende 40 elementi, tra i quali 15 con sindrome di Down. Restando a Roma, invece, l’Accademia delle Arti ha dato vita ad un progetto inclusivo, ma anche in questo caso non si tratta di un coro per soli ragazzi Down.

Reportage Musikè
Reportage Musikè