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“Siamo preoccupati per i lavoratori di Alitalia in amministrazione straordinaria che rischiano di non vedersi pagati gli stipendi se non arriverà la tranche di 73 milioni prevista dal Decreto Rilancio”. Così i segretari generali Filt Cgil, Stefano Malorgio, Fit Cisl, Salvatore Pellecchia e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi sull’attuale situazione della Newco Alitalia-Ita, aggiungendo che “dal piano industriale della nuova compagnia di bandiera non vi è certezza per il loro futuro”.
Secondo i tre dirigenti sindacali: “si tratta di un piano troppo debole e mancante di molti presupposti per lo sviluppo della compagnia nel momento in cui il mercato potrà ripartire. Per queste ragioni con Etf (Sindacato europeo dei Trasporti) chiediamo un incontro alla euro commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager perché c’è la necessità di sveltire il percorso di autorizzazione da parte dell'Unione europea per la partenza della nuova Alitalia, sbloccando la procedura di vendita con il trasferimento di tutto il perimetro delle attività, handling e manutenzione comprese”.
“Questa operazione - spiegano Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi - è nell’interesse dei lavoratori e del Paese che sulla nuova Compagnia di bandiera ha fatto un investimento considerevole sotto il profilo finanziario per rilanciare la nostra economia anche facendo leva sul turismo. Le norme dell’Ue sulla concorrenza - evidenziano i tre segretari - non impediscono a un soggetto pubblico di investire, senza alcun limite quantitativo, nel vettore di bandiera, come hanno fatto Francia, Germania, Olanda, a condizione che lo si faccia, operando come un investitore privato con regole di mercato. A nostro avviso è esattamente ciò che Ita deve fare ma senza inique penalizzazioni, tese unicamente ad umiliare il nostro Paese e ad attaccarne il ricco mercato. Per queste ragioni esigiamo pari trattamento e rispetto sinora mostrato ai nostri competitor europei”.
“La newco - proseguono Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi - deve poter contare sul personale dipendente di Alitalia in ammimistrazione straordinaria, brand, logo, beni strumentali indispensabili alla produzione, slot, handling e manutenzione perché costituiscono un patrimonio che ha valore unicum produttivo. Pertanto nell’ambito della procedura di bando aperta - concludono - devono essere preferite le offerte per l’acquisizione dell’intero complesso dei beni aziendali”.