“Nessuno pensi di scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori dell’ex Ilva e dell’indotto la situazione che si sta determinando e che riguarda in particolare le condizioni degli stabilimenti dopo anni di malagestione, di assenza d’investimenti e di mancanza di manutenzioni ordinarie e straordinarie”. A dirlo è Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil.

“Si è scelto di non produrre le tonnellate di acciaio previste dagli accordi e dai piani ambientali, nonostante la domanda di acciaio sia forte e l’Italia sia costretta a importare dall’estero per poter soddisfare il proprio fabbisogno”, prosegue il dirigente sindacale: “Questa scelta dei soci non può essere pagata dai lavoratori. È ora di finire con lo scaricabarile, interverrà chi di dovere per accertare le responsabilità”.

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Scarpa ricorda che la Fiom ha da tempo “denunciato il fatto che la direzione aziendale di ArcelorMittal ha abbandonato le proprie responsabilità contrattuali, produttive, ambientali e occupazionali”. E ribadisce che “la priorità in questo momento è garantire la salita pubblica e mettere in sicurezza le lavoratrici e i lavoratori, gli impianti e l’ambiente”.

L’ipotesi dell’amministrazione straordinaria, aggiunge, deve essere “scongiurata dal momento che metterebbe a rischio la continuità produttiva degli stabilimenti e delle aziende dell’indotto. A tal riguardo abbiamo presentato come Fiom e come Cgil, insieme agli altri sindacati, degli emendamenti di modifica dei due decreti del governo”.

Scarpa così conclude: “L’ex Ilva è un’azienda definita strategica nell’interesse generale del Paese, ognuno deve fare la propria parte, a partire dal governo, dalle istituzioni locali e dal sistema delle imprese. Lunedì 19 febbraio, nell’incontro con il governo, ribadiremo che per noi vale l’accodo del 2018, non faremo nessun passo indietro”.