Puntata n. 31 - La mobilitazione continua. Poche, troppo poche le risposte ricevute da Cgil Cisl e Uil al tavolo con il governo. "Non ci hanno dato risposte sulle nostre rivendicazioni – ha detto Maurizio Landini uscendo da Palazzo Chigi -, se non una serie di tavoli nei prossimi giorni a cui parteciperemo"

La mobilitazione continua

Poche, troppo poche le risposte ricevute da Cgil Cisl e Uil al tavolo con il governo. "Non ci hanno dato risposte sulle nostre rivendicazioni – ha detto Maurizio Landini uscendo da Palazzo Chigi -, se non una serie di tavoli nei prossimi giorni a cui parteciperemo". Su questione salariale, precarietà, riforma fiscale equa, il governo è rimasto sordo alle sollecitazioni delle confederazioni. Intanto sabato 24 giugno ci sarà una grande manifestazione nazionale promossa dalla Cgil insieme alle associazioni a Roma sulla sanità, sulla sicurezza sul lavoro, temi più che mai centrali: "Decideremo tutto quello che è necessario, senza escludere alcuna iniziativa". Al lavoro e alla lotta.

Lo dice persino il Banchiere

Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, è preoccupato dalla situazione sociale del Paese, dalle condizioni economiche dei lavoratori, soprattutto i più giovani. Lo scrive in uno dei passaggi delle Considerazioni finali del suo ultimo mandato, in occasione della presentazione della Relazione annuale. Troppi, non solo tra i giovani – ha detto Visco –, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate”. Ci vorrebbe, come negli altri principali Paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, per “rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale. Le forme contrattuali atipiche hanno favorito l’aumento del numero di occupati, ancorché con salari modesti. In molti casi, però, il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni ancora si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20 per cento. Nel Paese che gira alla rovescia persino i pompieri gridano al fuoco. E il governo tace.

Madri al lavoro sempre più discriminate

Ed è proprio la nuova relazione annuale della Banca d’Italia a denunciare che lo stipendio delle lavoratrici madri nel corso del tempo si assottiglia fino a essere, dopo 15 anni, la metà di quello delle colleghe senza figli. Le progressioni di carriera molto più lente. Il divario, nel 90 per cento dei casi, è provocato dalla necessità di ridurre il numero di ore lavorate che porta spesso alla scelta forzata di contratti part-time. Dove sono i servizi e le politiche che favoriscono la conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro?

Indietro marsch!

Oggi è la Festa della Repubblica Italiana nata 77 anni fa. La celebrazione diventa la parata trionfale per la presidente del consiglio pigliatutto. Il vento della destra soffia sempre più forte. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani

Le frecce tricolori a disegnare, nel plumbeo cielo di Roma, un enorme dito medio. Nei sogni più reconditi della presidente Meloni è questo l’omaggio da recapitare a quel che resta dell’opposizione dopo il cappotto agli ultimi ballottaggi. Tutti a bocca aperta e occhi all’insù mentre sul selciato dei Fori Imperiali il rumore roboante dei panzer cingolati accompagnano, gaudenti e gagliarde, le mimetiche per celebrare e onorare questo radioso 2 giugno. La Festa della Patria che fu della Repubblica, diventa il teatro ideale dove glorificare l’ascesa indiscussa dell’underdog della Garbatella. Generale d’armata anti-rave, condottiera dell’etnia avversa, tulipano nero del pizzo di Stato. Tutti sugli attenti, dunque. Ammirati da cotanto ardore. Il ruggito della leonessa rimbomba in un Paese di pecorelle smarrite. Sparito quel barlume di sinistra. E spariti pure i nostalgici di quando c’era Lui. Perché adesso c’è solo e soltanto Lei.

Basta parole. Servono i fatti

Lo hanno detto Cgil, Cisl e Uil di Bari dopo che un operaio è morto a Capurso, folgorato mentre eseguiva lavori di ristrutturazione nella sede di una ditta nella zona industriale. La "strage va fermata", hanno detto i sindacati durante un flash mob davanti alla Prefettura. È la terza persona che nel giro di pochi giorni esce di casa per andare al lavoro e non torna più. “Siamo stanchi di dover commentare questi episodi drammatici alla stregua di notizie all’ordine del giorno. Prevenzione e vigilanza sono state derubricate. Gli investimenti in salute e sicurezza sono una chimera. E questo è quello che accade quando non si mettono in atto azioni e interventi necessari a vigilare e a tutelare il lavoro di ogni singolo individuo". Chissà se qualcuno ascolterà mai queste parole.

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