Proprio in questi giorni i camper attraversano l'Italia per parlare con i lavoratori e aiutarli a tutelare i loro diritti.. A che punto siamo? Come sta andando la campagna?

La prima campagna, Destinazione Sud, è stata un laboratorio, nel quale sono state coinvolte - una per una - tutte le regioni del Mezzogiorno, par analizzare insieme alle istituzioni e alle parti datoriali del territorio le criticità e le potenzialità della loro industria turistica. L'obiettivo è delineare un nuovo modello di turismo, sostenibile, improntato alla qualità del lavoro e dell'offerta, e basato sul contrasto all'irregolarità e la corretta applicazione dei contratti nazionali di lavoro. Il turismo è un grande serbatoio di professionalità essenziali al suo funzionamento e alla sua crescita, che non ricevono la giusta valorizzazione e non godono della necessaria stabilità. Ciascuno dei territori che abbiamo attraversato, e dove abbiamo aperto questo dibattito, è ricco di possibilità e auspichiamo, con le nostre proposte, di aver compiuto un passo importante verso la consapevolezza e la programmazione di un'azione comune. 

Con la seconda campagna ci siamo soffermati sul lavoro stagionale nella filiera: mettere il Turismo Sottosopra significa cambiare la prospettiva dalla quale guardiamo al settore e riconfermare la centralità del lavoro, gravato da condizioni difficili e sempre meno tollerabili. Il lavoro stagionale è sinonimo di precarietà, scarse retribuzioni, turni massacranti, nessun riposo settimanale e straordinari non pagati: è un terreno nel quale il contratto nazionale fa fatica ad attecchire e l'irregolarità rischia di essere considerata normalità. Con i nostri camper, che stanno attraversando le regioni dove il turismo rappresenta una risorsa importante, e tutte le altre iniziative organizzate sul territorio, diamo continuità al lavoro che da sempre la categoria porta avanti, raggiungendo lavoratrici e lavoratori dove si trovano per fare arrivare loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno per districarsi tra offerte di lavoro inadeguate e per pretendere ciò a cui hanno diritto. Ma la campagna è anche un’azione per segnalare le irregolarità diffuse nella filiera e sensibilizzare il territorio, le istituzioni e i soggetti che di turismo vivono e nel turismo investono e dove maggiori possono ancora essere le potenzialità di crescita: non si può tollerare che un settore importante dell’economia, che produce ricchezza per il territorio, sia basato su lavoro precario, dequalificato e scarsamente retribuito, e di conseguenza scarsamente attrattivo.

Il sindacato ha chiuso diversi contratti nazionali e raggiunto accordi integrativi importanti. Alcune vertenze però restano aperte, prima tra tutte la vigilanza privata che è in mobilitazione. A che punto siamo della stagione contrattuale?

Abbiamo ancora molti contratti nazionali in fase di rinnovo in settori di rilievo, per l'economia del Paese e per il numero di lavoratrici e lavoratori coinvolti, a partire dal Terziario-Commercio e dall'intero sistema turistico, dall’accoglienza ai pubblici esercizi, dalla ristorazione collettiva e commerciale all’industria termale, agli studi professionali. Uno scenario contrattuale faticoso che, dalle incertezze generate dalla pandemia, sta scivolando verso un autunno segnato sempre più dall'inflazione e da un generale, forte aumento dei prezzi per le famiglie, dal carrello della spesa all'energia. Il rinnovo che più preoccupa la categoria è senz'altro quello della Vigilanza privata, che è arrivato al settimo anno dalla scadenza: allo sciopero nazionale e alla grande manifestazione del 2 maggio a Roma ha fatto poi seguito lo sciopero degli addetti nei siti aeroportuali del 17 luglio, e abbiamo proclamato unitariamente un ulteriore pacchetto di scioperi a livello territoriale insieme al blocco delle flessibilità e degli straordinari. A queste azioni ha fatto seguito, da parte delle associazioni datoriali, una convocazione del tavolo di trattativa per il prossimo 5 settembre. Un appuntamento al quale la Filcams porterà le questioni cardine da affrontare e risolvere per concludere con carattere ormai di urgenza questo negoziato: in primo luogo il salario dei lavoratori, che attende da troppo tempo di essere aggiornato, e poi le questioni del riequilibrio professionale ed economico che interessano in particolar modo gli addetti dei Servizi Fiduciari. Viviamo un clima di incertezza ma non è possibile subordinare lo sviluppo e l'esito delle trattative aperte alle criticità politiche e sociali che il paese sta vivendo, senza mettere in condizione i lavoratori di affrontarle al meglio. Oltre ai necessari incrementi salariali, il rinnovo dei contratti è l'occasione per disporre un'azione contro la precarietà diffusa, per lavorare alla ricostruzione delle filiere, dalla questione degli appalti al franchising, per intervenire sul terreno delle innovazioni e delle trasformazioni, come quelle legate all'e-commerce, agli effetti dello smart working, e le grandi questioni sempre più centrali relative alla formazione, alla salute e sicurezza, alla contrattazione di genere: il grande obiettivo è sempre migliorare le condizioni di lavoro, elevarne la qualità, in scenari ed esigenze che mutano e dove la questione tempo di lavoro - qualità del lavoro – come le competenze per affrontare i cambiamenti, sono tratti che la contrattazione ha la responsabilità di affrontare. Ma anche evitare la proliferazione di alternative contrattuali di matrice datoriale e arginare la dilatazione dei tempi delle trattative: due aspetti critici che indeboliscono il ruolo del contratto nazionale e producono conseguenze negative importanti nelle condizioni di lavoro e nella qualità della vita di lavoratrici e lavoratori. La dilazione estrema dei tempi di rinnovo non riguarda soltanto il contratto della Vigilanza Privata e dei Servizi Fiduciari, ma anche il blocco dell'artigianato, dal contratto di Acconciatura ed Estetica, scaduto nel 2016, a quello delle Pulizie artigiane. Tutti contratti dove gli appuntamenti di trattativa fissati a inizio settembre devono dare urgentemente un esito positivo, per consegnare il rinnovo e superare il blocco della contrattazione che ha contraddistinto negativamente questi anni.  Il mancato rinnovo, oltre a rimanere drammaticamente indietro sul fronte della retribuzione, rende asfittici i sistemi di relazioni sindacali e non aiuta a fermare gli elementi di dumping contrattuale, che però tutti vogliono arginare. 

La Filcams sta seguendo la situazione dei lavoratori in estate ma si prepara anche alle grandi vertenze in autunno. Cosa c'è nella vostra agenda? Quali sono le principali situazioni da risolvere?

Certamente l’agenda ha la priorità nei rinnovi dei contratti nazionali tra le trattative già aperte e i contratti che arrivano in scadenza alla fine del 2022, come quello del lavoro domestico. Ma non c'è solo la vertenza contrattuale in agenda, sono tante anche le vertenze aziendali aperte e da definire.  Se da un lato continuiamo a scontare una scarsa crescita della contrattazione integrativa, abbiamo fatto comunque il nostro ingresso in nuove aziende, segnale del lavoro di un sindacato presente nei luoghi di lavoro e nel territorio, ma anche della necessità delle persone di organizzarsi.  Sono stati rinnovati importanti contratti integrativi e continuiamo a lavorare su importanti rinnovi come quello di Coop Alleanza 3.0, Ikea, Lidl e stiamo portando avanti vertenze come quelle in Eurospin. Tema sempre centrale per la Filcams è poi quello degli appalti. Abbiamo registrato un ottimo risultato con i passaggi parlamentari a partire dal riconoscimento e dalla conferma dell’obbligo della clausola sociale in tutte le procedure di gara, ma il lavoro sulla legge delega è ancora in corso e la categoria continua a mantenere alta l'attenzione sull’iter che si sta svolgendo presso il Consiglio di Stato. Un tema che resta molto delicato e rilevante quello degli appalti, anche per la necessità di determinare maggiori regole ed elementi di tutela del lavoro in ambito privato e, più in generale, per la necessità di aprire una riflessione sulle scelte che determinano il ricorso alle prestazioni di beni e servizi in appalto. Procede con forte impegno anche la campagna a favore dei part-time verticali ciclici. Abbiamo accolto positivamente l'attivazione, che la categoria ha seguito e sollecitato, del fondo di sostegno previsto dal decreto Aiuti, una prima risposta, se pur temporanea e non strutturale, alle difficoltà che vivono le lavoratrici e i lavoratori costretti a pause forzate non retribuite nell'arco dell'anno, ma abbiamo evidenziato al contempo la mancanza di risorse sufficienti a raggiungere tutta la platea interessata al provvedimento di sostegno e soprattutto la necessità di un intervento che ponga stabilmente fine alle conseguenze di questa condizione.  Appalti e part time verticali ciclici sono due fronti che rientrano a pieno titolo nella più generale vertenza che ci vede impegnati per contrastare la precarietà del lavoro, che è legata ai bassi salari come alla discontinuità e povertà delle forme contrattuali, dai contratti a termine appunto ai part time involontari. Un fronte che assume una priorità nei settori dei servizi, terziario e turismo su cui la contrattazione deve e può costruire soluzioni ma su cui c’è bisogno di interventi legislativi concreti. 

È finita l'esperienza del governo Draghi, a settembre si vota. Il sindacato del terziario naturalmente trova nell'esecutivo un interlocutore importante. Cosa vi aspettate dal prossimo governo?

Un interrogativo che ci riporta subito al tema del turismo che, pur essendo materia che prevede competenze di carattere regionale, è un settore economico di grande rilevanza nazionale, che non può prescindere dal coordinamento del ministero dedicato. Come di attualità resta il tema delle liberalizzazioni che per la categoria guarda sia al commercio che a una parte del turismo e che è stato affrontato in questi anni senza pensare alle conseguenze sulle lavoratrici e i lavoratori, che dovrebbe essere invece uno dei presupposti su cui rivedere e orientare le scelte da compiere. Quello che ci aspettiamo dal prossimo esecutivo è un deciso impegno nei confronti dei temi portanti per lo sviluppo del paese e una grande attenzione a quelli che per noi sono temi centrali: il lavoro, naturalmente, nell'ottica di una riduzione della precarietà e di una maggiore cura della qualità dell'offerta professionale; la tutela delle lavoratrici, più esposte degli uomini a condizioni di lavoro precarie, con contratti di poche ore e scarse retribuzioni che ne compromettono l'autonomia personale e sociale e le rendono ancora più vulnerabili e soggette ad azioni di intimidazione e violenza; e la precarietà è lo stigma anche dell'occupazione giovanile: per chi fa il suo primo ingresso nel mondo del lavoro un contratto regolare e una retribuzione adeguata sono troppo spesso un miraggio. Il Paese ha bisogno di aderire a un modello sociale ed economico diverso, più sostenibile, aperto all'innovazione tecnologica e alla transizione verde. Un modello che non può prescindere dalla sostenibilità del lavoro stesso, in termini di qualità, di giusto riconoscimento economico e rispetto delle norme contrattuali: un obiettivo che si può raggiungere solo contrastando l'irregolarità e tenendo sempre alto il tema della legalità.