"Pur valutando positivamente la proroga dei contratti precari della sanità fino al 31 dicembre, non possiamo non segnalare come in piena risalita dei contagi Covid nella nostra regione (a oggi tra quelle con più di 800 casi ogni 100.000 abitanti), la Usl Umbria 1 abbia deciso irresponsabilmente di non rinnovare ben 75 contratti di lavoratori somministrati nel comparto sanitario”. Così in una nota Vanda Scarpelli (Nidil Cgil), Rocco Ricciarelli (Felsa Cisl) e Roberta Giovannini (Uiltemp Uil).

"Si tratta di infermieri e operatori socio-sanitari - spiegano i sindacalisti - impiegati anche durante la fase di emergenza, che hanno svolto mansioni fondamentali nel periodo centrale della pandemia. Non vorremmo pensare - dichiarano i sindacalisti - che la considerazione di 'eroi della pandemia' sia in scadenza insieme ai loro contratti. Queste lavoratrici e lavoratori oggi sono occupati non solo in ambito Covid, ma anche nelle normali postazioni sanitarie in ausilio dei colleghi dipendenti del sistema sanitario regionale, in continuo affanno per le gravi carenze organiche.

Chiediamo quindi che le istituzioni valutino attentamente e tornino a riflettere sulla decisione presa, in attesa delle necessarie assunzioni e stabilizzazioni. Queste persone, queste professionalità non possono essere considerate di serie B - concludono i tre rappresentanti sindacali - e per questo torniamo anche a chiedere che al più presto vengano erogate le indennità Covid destinate a questi lavoratori, risorse certe e già deliberate".