“Ripartiamo, insieme. Con il lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l'Italia di domani”: è questo lo slogan delle tre manifestazioni unitarie di Cgil, Cisl, Uil che si svolgono in contemporanea a Torino, Firenze e Bari. A Piazza Castello a Torino parla il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini (ore 12), a Firenze a Piazza Santa Croce il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra (ore 11.30), a Bari a Piazza della Libertà, il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri (ore 11). Sono previsti anche gli interventi di sei delegati sindacali, in ciascuna delle tre piazze, in rappresentanza delle categorie dei lavoratori e dei pensionati. 

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"C’è bisogno di cambiare il Paese, ma senza il mondo del lavoro non si cambia", ha spiegato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini a Torino a margine della manifestazione. "E noi non vogliamo che i cambiamenti determinino un ulteriore peggioramento delle condizioni di chi lavora per vivere, c’è troppa precarietà, troppo sfruttamento e c’è troppa insicurezza. La qualità del lavoro e la qualità della vita delle persone deve tornare al centro degli investimenti e della ricostruzione del nostro Paese. Bisogna fare quelle riforme che davvero ricostruiscono quella giustizia sociale che in questi anni è stata messa in discussione. Penso alla riforma fiscale, alla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive per il lavoro, penso al diritto alla formazione. Penso anche ad una riforma vera del sistema scolastico. Agli investimenti da fare sulla sanità e penso alla riforma della pubblica amministrazione. E allo stesso tempo penso alla necessità di politiche industriali e ad un nuovo intervento pubblico perché la nuova sostenibilità ambientale si potrà realizzare non lasciando fare al mercato, ma avendo un’idea di qualità dello sviluppo in cui anche il pubblico dica la sua perché al centro deve tornare il lavoro e la sua possibilità di realizzarsi".

"Sullo sblocco dei licenziamenti - ha aggiunto Landini - noi stiamo chiedendo che dalla prossima settimana, dal primo di luglio non si torni a rendere possibili i licenziamenti nel settore industriale manifatturiero. Secondo noi questo è possibile. Si potrebbe spostare tutto al 31 di ottobre come è già stato fatto per il commercio, per i servizi e atri settori. E noi non diciamo che le imprese che hanno problemi non li debbano affrontare. Stiamo dicendo che si possono affrontare con la cassa ordinaria, con i contratti di solidarietà, con i contratti di espansione, che vuol dire aiutare chi è vicino alla pensione per inserire nello stesso tempo qualche giovane. Il messaggio che vogliamo mandare è questo: ci si può riorganizzare senza bisogno di licenziare nessuno".

Il governo non ha la nostra posizione. Mi auguro però che il governo sia attento e ascolti quello che dicono queste piazze che sono piene. Il governo si ricordi che quando ha voluto risolvere i problemi il confronto con il sindacato gli ha sempre permesso di risolverli: il protocollo sulla sicurezza, gli accordi sul pubblico impiego, gli accordi sulla scuola, la legge per cancellare il massimo ribasso e introdurre nuove regole sugli appalti. Noi pensiamo che se si vuole i tempi ci sono. Non c’è bisogno di trattative estenuanti. Se c’è la volontà politica, in poche ore si può raggiungere un’intesa che permette di evitare i licenziamenti e di dare un messaggio di unità a tutto il paese”.

"Bisogna quindi rimettere al centro non il profitto fine a se stesso, ma la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale delle imprese. Per questo penso sia necessario cambiare quelle leggi sbagliate che sono state fatte negli ultimi 15/20 anni nel nostro Paese. Ci vuole un nuovo Statuto dei Diritti di tutti i lavoratori e le lavoratrici, comprese le partite Iva e il lavoro autonomo e ci vuole finalmente una legge sugli appalti non solo nei settori pubblici ma anche in quelli privati per impedire le finte cooperative e la logica al massimo ribasso degli appalti e che stabilisca che tutte le persone che lavorano devono avere gli stessi diritti, le stesse tutele e gli stessi contratti", ha detto Landini.

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