È iniziata l’operazione di svuotamento del Cara di Mineo, il più grande centro di accoglienza richiedenti asilo d’Europa e il secondo in via di chiusura dopo quello di Castelnuovo di Porto. “Un intervento che lascerà per strada sia i migranti ospiti, che migliaia di lavoratrici e lavoratori che per anni si sono impegnati a garantire i servizi all’interno del centro”, afferma il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra.

Per Massafra con le sue politiche l’esecutivo gialloverde “continua a non garantire diritti fondamentali come quello dell’accoglienza, dell’integrazione e del lavoro”. “Il governo italiano e i governi europei - prosegue - devono adottare una politica comune in materia d’accoglienza dei richiedenti Asilo, garantire la protezione umanitaria e il rispetto dei diritti umani”.

“Gli immigrati - sostiene Massafra - non devono rappresentare un costo per il Paese, anzi spesso sono delle risorse. Con la chiusura del Cara di Mineo, entro la fine dell’anno, si perderanno circa 900 posti di lavoro, tra diretti e indotto, in un territorio già profondamente segnato da una crisi economica e sociale. Intanto, ai dipendenti ancora impiegati si continuano a ridurre le ore di lavoro e di conseguenza ai 1.190 migranti, oggi ancora ospitati, si tagliano i servizi. La Cgil ha chiesto quindi un incontro al ministro dello Sviluppo Economico affinché, coinvolgendo le parti sociali, venga gestita nel migliore dei modi la fine del sistema di accoglienza per tutto il territorio Calatino”.

“Le conseguenze del decreto Sicurezza sono ampie e distruttive. Attraverso lo smantellamento dell’accoglienza - conclude Massafra - non si infligge un duro colpo solo ai migranti, lasciandoli in balia delle onde, ma anche i lavoratori che perdono ogni prospettiva”.