“Ringrazio la Cgil per aver messo in agenda di questa manifestazione la libertà di stampa: il vostro diritto ad essere informati non è una parola vuota, ha un significato incredibilmente vicino alle esigenze della gente”. Con queste parole ha cominciato il suo intervento Sigfrido Ranucci, giornalista di Report, vittima di un attentato lo scorso 16 ottobre.

“La libertà di stampa – ha sottolineato in collegamento da piazza San Giovanni – vuol dire poter spiegare i meccanismi che hanno portato 6 milioni di persone a non potersi curare nel 2024, il 10% della popolazione; spiegare perché oltre 360mila alunni disabili non hanno diritto all’assistenza, perché quasi 6 milioni di individui sono nella soglia di povertà. Vuol dire parlare di sicurezza sul lavoro e spiegare perché mille persone all’anno perdono vita per la mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, tra questi anche le forze dell’ordine, in media 65 persone all’anno”.

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La libertà di informazione, ha incalzato Ranucci, “serve a spiegare i motivi per cui accadono queste cose, perché e come si commettono circa 50mila reati all'anno contro l’ambiente che avvelenano il nostro futuro. Significa parlare del precariato, in tutte le attività, come nella scuola, dove ci sono circa 300mila precari tra insegnanti e non docenti. E svelare quello che accade nelle zone d’ombra, nei centri occulti per soffocare la democrazia e impedire di continuare a coltivare la memoria, che vogliono cancellarci con iniziative che ci stanno consegnando all'oblio di Stato”.

E ancora, “raccontare perché 30 giornalisti sono rimasti uccisi dal dopoguerra ad oggi, colleghi che hanno raccontato il terrorismo rosso e nero e la criminalità, perché 270 giornalisti sono sotto tutela per fare il loro lavoro e 26 sono sotto scorta”.

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