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È davvero contenta Sonia Paoloni, segretaria nazionale della Filcams Cgil: è un accordo con molti punti rilevanti che per il momento si applicato solo ai dipendenti diretti, ma l’azienda si è impegnata a pubblicizzarlo con i suoi licenziatari. È importante perché con McDonald's non si era mai riusciti ad avere un tavolo di trattativa, finora questa multinazionale ha sempre negato le relazioni sindacali. Non ci siamo arresi: abbiamo aperto una vertenza che è durata diversi mesi e alla fine, grazie alla mobilitazione di lavoratrici e lavoratori, abbiamo siglato un buon accordo”.
Sono tante le persone coinvolte, stiamo parlando di circa 4.000 lavoratrici e lavoratori dei ristoranti diretti che a partire dal primo gennaio 2026 avranno il contratto di secondo livello. Non solo, l’azienda si è impegnata a promuovere la conoscenza del Cia nei confronti di tutti i suoi licenziatari, i quali potranno adottare l’accordo con firma per adesione, per dare una copertura alle circa 31.000 lavoratrici e lavoratori impiegati sotto il marchio a livello nazionale nei diversi punti vendita.
C’è la forma, ma c’è anche la sostanza. Dal punto di vista dei contenuti c’è davvero di che andar fieri. Infatti in un comunicato sindacale si legge: “Le segreterie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs esprimono grande soddisfazione per l’accordo raggiunto, considerandolo un ottimo punto di partenza per tutto il settore della ristorazione fast food al fine di sviluppare una cultura di collaborazione e consentire il miglioramento delle condizioni economiche nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati nel settore con particolare riguardo ai part-time involontari”.
I punti qualificanti dell’accordo riguardano l’organizzazione del lavoro, la conciliazione dei tempi vita-lavoro, il consolidamento degli orari di lavoro per i part-time e welfare. E ancora novità positive sulla tutela della salute e la sicurezza, contro le violenze e le molestie nel luogo di lavoro e le pari opportunità, e l’aver portato le clausole elastiche da 120 a 140 euro.
Altro elemento positivo e importante è aver introdotto un contributo aziendale di 3.000 euro per sostenere le spese di trasferimento e trasloco della lavoratrice o lavoratore vittima di violenza o molestia. Ancora dal punto di vista delle donne importante è la possibilità di ottenere il part-time per il periodo post-partum fino a sei mesi dopo il termine dei congedi di legge. Ancora: nell’accordo è contemplata la possibilità di utilizzare i permessi retribuiti e non retribuiti fino a un massimo di 10 giorni per l’inserimento dei figli all’asilo nido e alla scuola materna.
A livello economico, poi, è stata introdotta una misura di welfare pari a 150 euro sia per i part-time che per i full time, anche questo non è affatto un elemento da sottovalutare. La somma verrà erogata a tutti i dipendenti con almeno sei mesi di anzianità aziendale per i tre anni di vigenza del Cia; entro la scadenza l’azienda si è impegnata a discutere con le organizzazioni sindacali l’inserimento strutturale di un premio di risultato per obiettiv,i così come previsto dal vigente contratto collettivo applicato. Confermato, infine, il servizio gratuito di assistenza psicologica rivolto a tutti i lavoratori.
Ma il valore dell’accordo non si ferma qui. È ancora Paoloni a sottolineare: “McDonald's è la prima azienda mondiale – e anche in Italia – tra quelle delle catene del fast food, aver sottoscritto questo accordo che farà da apripista anche rispetto alle altre. Non solo, l’accordo è sottoscritto in Italia ma può essere interessante punto di riferimento anche oltre i nostri confini”.






















