Si chiude oggi la Festa del Cinema di Roma, forse la più popolare tra tutte le kermesse cinematografiche, nel senso positivo e negativo al tempo stesso che questa affermazione può assumere. Oltre 150 titoli per questa ventesima edizione su cui oggi cala il sipario, tra film in concorso ed eventi speciali, anteprime, grandi e piccole produzioni, italiane e straniere. Un percorso a volte difficile da seguire, barcamenandosi tra proposte a volte molto diverse tra loro. Un festival, dunque, che sembra continuare a non avere un’anima definita. A meno che non sia, appunto, quella “pop-olare”.

Tra le proposte che tentano di raccontare una storia importante attraverso un linguaggio da prima serata del servizio pubblico, c’è stata senza dubbio La preside, di Luca Miniero. Luisa Ranieri è Eugenia Carfora, la dirigente scolastica di Caivano divenuta simbolo di coraggio e determinazione, che ogni giorno lotta per il riscatto educativo e sociale dei ragazzi. Presentata alla Festa, in collaborazione con Alice nella Città, andrà appunto in onda l’anno prossimo su Rai1, in forma di serie Tv.

Sul red carpet ha sfilato anche Monica Guerritore, per presentare Anna, il film da lei diretto e interpretato sulla storia della grande Anna Magnani. In sala dal 6 novembre, è un tributo che non poteva non essere fatto alla più grande attrice italiana di tutti i tempi, colta nel momento della sua carriera più contraddittorio e difficile: quello della vittoria dell’Oscar inatteso per La Rosa Tatuata. Un premio meritato ma arrivato, forse, per il film sbagliato. Chi meglio di una grandissima interprete del presente, per ridare voce e volto alla più grande del passato.

Dalla storia di una, alla storia di tutti con Prima di noi, di Daniele Luchetti e Valia Santella. Tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Fontana prova a raccontare, attraverso una storia familiare, quella del nostro paese. Dal Friuli rurale alle officine e alle fabbriche di Torino, attraversando guerre, ricostruzioni, boom economico, contestazioni e i primi segni della globalizzazione.

Da segnalare, tra le produzioni più piccole presenti alla Festa, entrambe nella sezione Alice nella Città, due corti che Collettiva ha seguito direttamente. Tutti giù per terra, di Marco Simon Puccioni, che porta sullo schermo una storia di doppia violenza, mettendo in parallelo bullismo e abusi sessuali e inchiodando lo spettatore a una domanda ineludibile: Tutto questo dolore si sarebbe potuto evitare? E poi Antonino, di e con Angelo Campolo, che nasce da un’esperienza diretta: quella del laboratorio teatrale per adolescenti in messa alla prova giudiziaria. Un film autentico e senza filtri, che racconta di come il teatro possa salvare chi lo insegna e chi lo impara. Ma soprattutto, di come il protocollo Liberi di Scegliere, ideato dal magistrato Roberto Di Bella, abbia aperto in Italia una via nuova alla giustizia minorile: percorsi alternativi al carcere, sostegno alle famiglie, reinserimento in comunità educative.

La ventesima Festa del Cinema di Roma si chiude oggi dunque con le premiazioni e i riconoscimenti. Ma come sempre, e mai come in questo caso,sarà il pubblico in sala a decidere quali, tra questi 150 titoli, meriterà di entrare nella storia del cinema italiano.

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