“La decisione dell’Ufficio della Corte dei Conti di chiedere il deferimento all’organo collegiale della delibera Cipess 41/2025, con cui il governo ha approvato il progetto del Ponte sullo Stretto, conferma i punti da noi sollevati, anche alla Commissione europea, relativi a chiare e gravi incongruenze procedurali rispetto alla normativa vigente”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo, ribadendo che “il rispetto di leggi e procedure non è un elemento parziale, come lo stesso ministro Salvini ha più volte fatto intendere in questi giorni, ma è sostanziale per l’impiego di risorse pubbliche, come prescrive la Costituzione”.

“Invece di annunciare l’avvio imminente della sua realizzazione – prosegue il dirigente sindacale – il governo dovrebbe ritirare il progetto approvato, sbagliato e dannoso per il Paese, e aprire un confronto vero su come costruire un efficiente sistema infrastrutturale in Calabria e Sicilia. Persistere su questa strada vuol dire esporsi a danni e sprechi cui i responsabili saranno chiamati a rispondere politicamente e, probabilmente, anche amministrativamente”.

In conclusione Gesmundo ricorda: “Domani (25 ottobre) la Cgil manifesterà a Roma contro una manovra di tagli e sacrifici il cui importo è pressoché equivalente a quanto accantonato per il Ponte sullo Stretto. Considerando che il prossimo anno terminerà il Pnrr, sarebbe molto più responsabile utilizzare queste risorse in modo certo per sostenere realmente le politiche infrastrutturali e industriali di cui il sistema Paese ha estremo bisogno”.