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Netta critica per l'introduzione di un nuovo reato che rischia di colpire indiscriminatamente con pene altissime nel settore abitativo. Lo esprime il Sunia all’indomani dell’approvazione del decreto sicurezza, che aggiunge in una nota: “Diventa concreta la possibilità di estendere questo grave provvedimento alle migliaia di famiglie che oggi vivono il dramma dello sfratto esecutivo, in maggior parte per morosità incolpevole o per finita locazione e che oggi rischiano di essere considerati occupanti senza titolo”.
Con la scelta di stralciare e di procedere con la fiducia, prosegue il sindacato degli inquilini e degli assegnatari di edilizia pubblica, di fatto il governo ha impedito il confronto, svuotando di significato il dibattito parlamentare e limitando la partecipazione delle minoranze e la qualità del processo legislativo.
Il Sunia fa poi presente che se non si interviene sulle cause strutturali dell’emergenza abitativa, i problemi tenderanno a ripresentarsi in altre forme o in altri contesti.
“La repressione può avere un effetto deterrente a breve termine, ma senza politiche mirate che risolvono il problema del disagio abitativo difficilmente si otterrà una soluzione duratura – aggiunge -. È noto, inoltre, che i contenuti di questo decreto configurano precisi rischi di incostituzionalità già denunciati da giuristi e avvocatura. Continueremo a proporre e a sostenere tutte le iniziative che contrastano la criminalizzazione del bisogno di un alloggio perché è inaccettabile che la mancanza di casa venga punita invece che risolta”.