Nidil Cgil e Filt Cgil di Genova hanno scritto al sindaco Bucci e al presidente della Regione Toti per segnalare la gravità della situazione, sanitaria ed economica, in cui operano i rider. Situazione in netto contrasto con le misure previste dal protocollo di regolamentazione governativo contro la diffusione del virus Covid-19 e con la sempre più acuta emergenza epidemiologica in cui versano il nostro Paese e anche la città di Genova.

“Questi lavoratori, collegati a diverse piattaforme, stanno operando quotidianamente sprovvisti di dispositivi di sicurezza individuale, senza cioè guanti, mascherine filtranti e soluzioni idroalcoliche idonee alla disinfezione”, dice Laura Tosetti, segretaria generale Nidil Cgil Genova: “Eppure sono quotidianamente esposti al contagio, visto che sono chiamati a rapportarsi con persone di cui non conoscono le condizioni di salute. A loro volta, inoltre, potrebbero involontariamente costituire una fonte di diffusione del contagio per i clienti”.

Il sindacato segnala che questi lavoratori operano senza garanzie e tutele, sono ancora pagati a consegna e, nella maggior parte dei casi, non percepiscono neppure l’indennità di malattia, poiché prevalentemente ricadono sotto la forma del lavoro autonomo occasionale. “Oggi l’attività di consegna a domicilio è in continua ascesa, sia per quanto riguarda il food per le principali catene di ristorazione, sia per la consegna di altre tipologie di beni, compresi i medicinali”, concludono Nidil e Filt genovesi: “Le consegne a domicilio risulteranno nelle prossime settimane un'opzione scelta, se non necessaria, per i cittadini sulla base del vincolo di rimanere a casa. Chiediamo alle autorità genovesi e regionali una verifica in tal senso”.