“Non si deve mai dimenticare che il nostro Paese, l’Italia, adottò durante il fascismo le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei”.

Dovremmo tatuarcele nella nostra memoria corta le parole pronunciate dal presidente Mattarella in occasione del ricordo dell’orrore perpetrato dal nazi-fascismo. Ma ci accontenteremmo che fossero recepite almeno dalle alte cariche dello Stato che, incuranti del ruolo istituzionale, sfoggiano nei loro salotti domestici busti di Mussolini o altri orpelli del Ventennio come fossero souvenir di Venezia.

Gli stessi che si travestono, sorridenti, da gerarchi nazisti a carnevale. Che minimizzano come goliardate i saluti romani di Acca Larenzia. Che agiscono nelle pieghe di una Repubblica malconcia come giovani balilla marcianti e bramosi di potere. Ieri come oggi. In Italia come nel mondo.

“Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra - altro passaggio chiave di Mattarella riferito al massacro a Gaza - sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato”. Perché la storia non si cancella e non si riscrive. Ma purtroppo, a volte, si ripete.