Basta scorrere i dati, gli ultimi disponibili, per capire come le Marche si stiano avvicinando all’appuntamento elettorale che, domenica prossima, 28 settembre, e lunedì 29, chiamerà elettrici ed elettori a scegliere il prossimo presidente di Regione e rinnovare il Consiglio regionale. Cinque gli sfidanti dell’attuale presidente, Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia, ricandidato.

Il sondaggio: il 46% boccia Acquaroli

La regione arranca, sintetizza in modo efficace la Cgil. A dirlo chiaramente sono gli ultimi dati disponibili che riguardano l’occupazione, la crescita, lo stato della sanità, tanto per citarne alcuni. Cinque anni di governo di Destra guidato dall’esponente di Fratelli d’Italia hanno trascinato a fondo il territorio. E i cittadini, le vittime di queste politiche fallimentari, se ne sono accorti eccome. In un sondaggio Fondazione Di Vittorio e Futura pubblicato a fine luglio, il 42% degli intervistati si è detto sicuro del fatto che, nei prossimi cinque anni, le condizioni di lavoro peggioreranno; il 59% ha sostenuto che, con i salari attuali, non si può comprare neppure una casa; il 60% pensa che i motivi principali della fuga dei giovani dalle Marche sia la mancanza di lavoro e il 45% invece ha puntato sul problema dei salari troppo bassi; inoltre, il 36% ha dichiarato che i lavori sono inadeguati alle competenze professionali. E il 60% del campione ha detto che la sanità pubblica, negli ultimi cinque anni, è peggiorata. In sintesi, guardando al voto di domenica, il 46% ha espresso un giudizio negativo sulle azioni e sui provvedimenti del presidente della Regione, Francesco Acquaroli.

Leggi anche

I dati sul lavoro: Marche prima regione per contratti intermittenti, penultima per tempi indeterminati. Vola la disoccupazione

Una card della Cgil Marche sulla sicurezza sul lavoro

Risposte che sono lo specchio di quello che si legge nelle rilevazioni di Istat e Inps. Nelle Marche vola la disoccupazione (+41 mila), tra questi le donne in particolare. Un dato di due mesi fa rileva come questa sia la prima regione per contratti intermittenti, la penultima per tempi indeterminati, che hanno subito un crollo del 9,9%. Nelle Marche, la quota di contratti a tempo indeterminato sul totale di quelli attivati è nettamente sotto la media del Paese (19,8%): la regione è penultima per incidenza di contratti a tempo indeterminato sui nuovi rapporti di lavoro. la tipologia contrattuale maggiormente presente è il contratto a termine (42,1%), seguita dal contratto intermittente (16%). E nel confronto con il 2023 si osserva un aumento marcato dei licenziamenti di natura economica (+18,5%).

La crisi produttiva

Una situazione che si riflette nella crisi del sistema produttivo, nel ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali, spia del fatto che la produzione continua a calare. Nel secondo trimestre 2025 nelle Marche sono state richieste e autorizzate complessivamente 12,1 milioni di ore di cassa integrazione, fis e altri fondi di solidarietà, con un aumento, rispetto allo stesso periodo del 2024, di 1,6 milioni di ore (+15,6%). L’industria assorbe la maggior parte delle ore autorizzate (11,4 milioni).

Leggi anche

I ritardi in sanità

E se il mercato del lavoro piange, lo stato dei diritti, a partire da quello alle cure, di certo non ride. Sempre più difficile accedere alla sanità pubblica, tra liste d’attesa infinite e mancanza di strutture. Eppure le risorse da spendere, con il Pnrr, ci sarebbero pure. Peccato che, come ha denunciato Loredana Longhin, della segreteria della Cgil regionale, appena lo scorso 5 agosto, si registra “un pesante ritardo nell’andamento della spesa e nella realizzazione delle opere indispensabili per l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale, per l’ammodernamento delle strutture ospedaliere, per la digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a garanzia di una sanità più sicura, equa e sostenibile, a tutela del diritto alla salute delle persone”. A dirlo sono i dati aggiornati a marzo 2025 dalla piattaforma ReGis del ministero dell’Economia, secondo i quali su 431,2 milioni di euro stanziati per 221 progetti, ne sono stati spesi appena 91,7 milioni, pari al 21,3% del totale.

Leggi anche

Santarelli, Cgil: “Pnrr occasione sprecata. E intanto i giovani fuggono”

Il segretario generale della Cgil Marche, Giuseppe Santarelli (Facebook Cgil Marche)

“Le Marche arrancano – spiega Giuseppe Santarelli, segretario generale della Cgil regionale –. Lo si capisce leggendo i dati economici, sociali: questo territorio retrocede. L’attuale governo non è riuscito a invertire la rotta rispetto alla decrescita che dura da troppi anni. Nonostante abbia potuto beneficiare di opportunità quali il fondo complementare sisma, il Pnrr: opportunità non colte con la preoccupazione che nel 2026, finito il piano di ripresa e resilienza, i nodi verranno al pettine”.

“E intanto si acuisce la crisi industriale e dei settori manifatturieri – è l’amara constatazione del segretario – mentre i giovani fuggono dal nostro territorio, determinando uno spopolamento che, nelle aree interne, supera le media nazionale, aumentando i divari territoriali”.

Le proposte della Cgil

Il 21 luglio scorso la Cgil ha presentato un’agenda per il lavoro congiuntamente con le categorie e le Camere del Lavoro, nella quale erano contenute proposte e ricette. “Citiamo il patto per il lavoro e lo sviluppo con le parti sociali tra cui imprese e università – spiega Giuseppe Santarelli –: un patto che si concentra sui giovani in particolare, visto che nelle Marche abbiamo quattro atenei molto buoni dal punto di vista qualitativo, il Politecnico, Camerino, Urbino e Macerata. Luoghi che formano in modo altamente qualificato i giovani che poi non riusciamo a trattenere, nonostante le competenze che potrebbero portare in questa regione. Nel 2024, dato Istat, 4 mila ragazze e ragazzi hanno abbandonato le Marche. Domenica e lunedì prossimi c’è in ballo un altro pezzettino di futuro della democrazia – avverte –. Altro che rotonde e sagre cittadine”.