Si è aperta il 23 settembre ad Abidjan, in Costa d’Avorio, l’VIII Assemblea generale della Rete Rsmms, la rete sindacale delle migrazioni del Mediterraneo e dell’Africa sub-sahariana. Attiva da dieci anni, la rete rappresenta uno spazio di convergenza che mette in relazione le realtà delle lavoratrici e dei lavoratori di diverse regioni.
L’obiettivo è superare la compartimentazione geografica, che vede i sindacati confrontarsi solo con singole fasi del processo migratorio, promuovendo invece un’azione sindacale transnazionale e solidale.

Condivisione e rinnovamento dell’azione sindacale

Questo approccio favorisce lo sviluppo di un'azione sindacale solidale transnazionale, la condivisione di buone pratiche per promuovere il lavoro dignitoso per le lavoratrici migranti e i lavoratori migranti. Allo stesso tempo, contribuisce al rinnovamento delle strategie sindacali in una fase storica segnata dall’arretramento delle politiche migratorie, dovuto alla crescita di destre e sovranismi in Europa, negli Stati Uniti e nei Paesi di origine delle migrazioni.

Politiche restrittive e nuove emergenze

Mentre cresce la necessità di mobilità a causa di guerre, instabilità politica, carestie e cambiamenti climatici, molti Paesi di destinazione rispondono con politiche repressive e respingimenti.

L’apertura dei lavori

L’assemblea si è aperta con un videomessaggio di saluto della segretaria generale della Ces, Esther Lynch, che ha riconosciuto l’importanza del lavoro della rete e confermato la disponibilità a sostenerne le attività.

Diritti, giustizia e non discriminazione

A seguire la relazione del coordinamento della rete, in capo alla Cgil: Nicoletta Grieco, dell’area delle politiche internazionali ha introdotto i lavori con una relazione su come reagire all’attacco ai migranti perpetrato in tutto il mondo dall’ascesa delle destre.

Nel suo intervento Grieco ha sottolineato che la “Rete nasce per esprimere l'unità e la solidarietà del movimento sindacale e la sua adesione ai valori universali fondamentali dei diritti umani basati sulla libertà, l’uguaglianza, la giustizia, la non discriminazione e il lavoro dignitoso. (…) Un lavoro molto importante soprattutto necessario per l'attualità, perché le questioni migratorie non possono essere viste solo dal punto di vista dei Paesi di accoglienza, ma bisogna tenere conto di molteplici fattori e in particolare del punto di vista delle lavoratrici e dei lavoratori che decidono di emigrare per molteplici ragioni.

La migrazione e il razzismo sono un tema centrale utilizzato a livello transnazionale dalle destre, mentre noi, come sindacati democratici e come rete, dobbiamo sottolineare e spiegare che il fenomeno della migrazione non può essere affrontato come l'emergenza, e come un evento avverso da combattere, qualcosa da cui difendersi, ma come un fenomeno strutturale storicamente riconosciuto”, ha aggiunto Nicoletta Grieco.

Cooperazione e nuove sfide

Tra i temi centrali, l’analisi del rapporto tra Paesi occidentali e Paesi di origine delle migrazioni, con particolare attenzione alla storia coloniale che ha determinato impoverimento strutturale.

Peppe Scifo (Politiche migratorie europee e internazionali della Cgil), ha affrontato il tema delle sfide presenti per contrastare le politiche neocoloniali europee: formazione, dialogo e progetti. L'esempio italiano: il Piano Mattei come modello di cooperazione predatoria e neocolonialista. Un piano chiamato di cooperazione ma che di fatto non si discosta, anzi accentua l'approccio predatorio attraverso azioni strategiche che mirano al rafforzamento dell'Italia e dell'Europa in campo di politiche energetiche, dell'esportazione di tecnologie, infrastrutture ed asset strategici. Per esempio in materia di acqua e agricoltura con debolissime ricadute positive sulle popolazioni dei Paesi africani coinvolti che non vedranno cambiamenti in materia di accesso all'acqua potabile, o di rafforzamento della sovranità alimentare.

Partecipazione e contributi internazionali

Hanno preso parte all’assemblea sindacati provenienti da Senegal, Niger, Tunisia, Mali, Marocco, Francia, Italia, Spagna, Costa d’Avorio, Benin e Togo.
Tra i contributi più rilevanti, l’intervento del comitato donne della Rsmms, che ha denunciato le discriminazioni di genere aggravate per le donne migranti, e quello del gruppo europeo di regolarizzazione, che presenterà a Bruxelles una proposta condivisa con Ces e altri attori per contrastare le politiche migratorie restrittive dell’Ue.

Progetti di cooperazione e sportelli sindacali

Negli anni la Rsmms ha messo in campo in questi anni una relazione di scambio tra le diverse organizzazioni aderenti dei Paesi di provenienza e di destinazione, realizzando progetti di cooperazione con l'obiettivo di fornire strumenti, a partire dalla formazione, per contrastare le migrazioni forzate e prevenire l'assoggettamento alla tratta finalizzata alle diverse forme di sfruttamento. Si è infatti parlato delle diverse esperienze di cooperazione realizzate in questi anni in una sessione specifica dall'assemblea dedicata agli sportelli sindacali per i diritti dei lavoratori migranti coordinata da Sabina Breveglieri di Nexus Solidarietà Internazionale. Le diverse esperienze di cooperazione delle quali si è discusso riguardano Tunisia, Niger, Costa d'Avorio, Benin, Italia e Francia.

Rafforzare la rete per i diritti

L’assemblea ha confermato la necessità di rafforzare la Rete, affinché le battaglie per i lavoratori migranti possano unirsi e strutturarsi in una dimensione internazionale. La prospettiva è quella di un movimento sindacale globale che faccia del lavoro uno strumento di affermazione della dignità e dei diritti, nella pace e nella democrazia.