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L’86% dei 56 dipendenti di Anffas Ticino Onlus di Somma Lombardo e della cooperativa Radici nel Fiume ha scelto di rinunciare a una quota della propria busta paga per devolvere fondi a Emergency. Una decisione collettiva nata dall’impossibilità di partecipare con l’astensione dal lavoro allo sciopero generale indetto dalla Cgil il 19 settembre in solidarietà con la popolazione di Gaza. Trattandosi infatti di servizi pubblici essenziali, gli operatori non potevano interrompere l’attività senza rischiare di creare disservizi, ma hanno voluto ugualmente dare un segnale concreto.
Una trattenuta in busta paga per Gaza
La donazione comparirà direttamente in busta paga, con la dicitura “lavoriamo per Gaza”. La formula è stata adottata dopo un sondaggio interno che ha registrato un consenso molto ampio, trasformando la volontà di partecipazione in un gesto simbolico e tangibile. I lavoratori spiegano che l’iniziativa nasce anche dalla volontà di esprimere dissenso verso il genocidio in corso nella Striscia e verso «l’immobilismo del nostro paese», senza però venir meno all’impegno quotidiano nei confronti delle persone assistite.
Valori professionali e impegno civile
Anffas Ticino opera da anni a fianco di persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo, offrendo supporto anche alle loro famiglie. Un lavoro delicato che, sottolineano, richiede assoluta cura nel non generare interruzioni. Proprio per questo la scelta è stata quella di individuare modalità alternative allo sciopero, mantenendo la piena continuità dei servizi ma senza rinunciare a una presa di posizione. Inclusione, diritti umani e libertà sono i principi che guidano quotidianamente l’associazione e che i lavoratori dicono di ritrovare nelle manifestazioni per Gaza.
“Se vuoi la pace, costruisci la pace”
Accanto alla donazione economica, gli operatori intendono promuovere momenti di approfondimento, anche con le persone che frequentano le strutture, nel rispetto delle sensibilità individuali. “Lavoriamo per Gaza – affermano – perché parte del nostro lavoro arrivi a chi opera in quel teatro di guerra, lavoriamo per promuovere la cura augurando una pace che pare sempre più lontana”. A guidarli, concludono, le parole di Gino Strada: “Se vuoi la pace, costruisci la pace”.