Tra le centinaia di organizzazioni che partecipano il 12 ottobre alla marcia Perugia Assisi, anche la Global Sumud Flottilla, le imbarcazioni salpate con l’obiettivo di rompere l'assedio illegale di Gaza via mare, aprire un corridoio umanitario e porre fine al genocidio del popolo palestinese, che ha mobilitato milioni di persone nel mondo.
“Adesso scendiamo a terra per la marcia per la pace e la fraternità – afferma Simona Moscarelli, attivista –. Condividiamo la loro istanza di pace. La pace che si sta profilando tra Israele e Palestina non è quella che promuovevamo perché si tratta più di un ultimatum, e i palestinesi non sono parte di questo processo. Con queste premesse è difficile che ci sia una riconciliazione. La nostra missione comunque non è terminata. Ci sono ancora due barche che navigano alla volta di Gaza, a cui si sono aggiunte quelle partite dalla Turchia”.
Moscarelli racconta la situazione attuale degli attivisti che sono stati arrestati, detenuti e maltrattati dai militari israeliani e per la maggior parte rispediti nei Paesi di provenienza. “Ma ci sono ancora persone imprigionate, quelle che hanno passaporti ‘deboli’ – spiega –. Per i maltrattamenti stiamo valutando se ci sono gli estremi per procedere con un’azione legale”.