“L'assenza di una politica per il Sud è esplicita, la legge di bilancio non ne parla”: il Governo Meloni dimentica il Mezzogiorno. Questo il pensiero del segretario generale Cgil Maurizio Landini, condensato in un’intervista apparsa oggi (martedì 29 novembre) sull'edizione palermitana di Repubblica, in occasione della visita del leader sindacale nel capoluogo siciliano per l'assemblea regionale dei delegati under 35.

“L’occupazione al Sud è ancora sotto i livelli pre-2008”, spiega Landini citando gli ultimi dati dello Svimez. Nel Mezzogiorno si registra “sempre più precariato, un tasso di occupazione femminile deprimente, e quel poco di nuovo lavoro che emerge è senza qualità”. In Sicilia, aggiunge, solo “un contratto su sette è a tempo indeterminato, la disoccupazione giovanile è oltre il 24% e i giovani che non studiano e non cercano lavoro superano quota 40%”.

Autonomia differenziata

Il primo pensiero va all’ipotesi di autonomia differenziata. “Porta alla disarticolazione dei diritti civili e sociali, aumentando disgregazioni e divari già molto ampi in Italia”, argomenta il leader Cgil: “Di fronte alla drammatica situazione economico-sociale il Paese deve essere unito, il diritto all'istruzione o alla sanità non può cambiare secondo dove sei nato”.

Ponte sullo Stretto

Secco il no al ponte sullo Stretto: “A Salvini dico che dovrebbero essere ben altre le opere simbolo per il Paese e per il Mezzogiorno”. Per Landini “serve potenziare il trasporto ferroviario, servono le autostrade digitali che connettano davvero l'intero Paese facendo dell'Italia un polo internazionale dei servizi, della logistica, del turismo”.

Condoni

Inevitabile anche il riferimento alla tragedia di Ischia. “Serve una rivoluzione culturale che riguardi tutti, cittadini compresi”, illustra l’esponente sindacale: “Ma tocca prima alla politica correggere e correggersi, mutare paradigma. La logica dei condoni, che siano fiscali o edilizi, è una presenza perenne in quasi tutti i governi che si succedono in Italia. La tragedia di Ischia ne è prova eloquente: condoni invece che messa in sicurezza del territorio”.

Voucher e precarietà

Tornando alla manovra, Landini boccia decisamente la ricomparsa dei voucher, contro i quali la Cgil promosse un referendum che solo la modifica della legge impedì. “Non ho cambiato idea”, dice: “Serve lavoro di qualità, serve dignità, non voucher. Si tratta di un'ipocrisia che pervade da qualche decennio la nostra società: si pensa che la flessibilità del lavoro, dunque la precarietà, produca crescita economica”

Ma non è così, aggiunge Landini: “La precarietà non fa crescere l'industria, i servizi, il turismo. Genera solo un'assurda competizione delle imprese sui diritti dei lavoratori che sono condannati, oltretutto, a non raggiungere mai la pensione”.

Reddito di cittadinanza

Passando al reddito di cittadinanza, i dati Svimez certificano che la misura ha contenuto la crescita della povertà nel Sud. “Superare nel 2024 il reddito di cittadinanza, introducendo nel frattempo penalizzazioni già dal 2023, è inaccettabile”, osserva il segretario generale, evidenziando che “si tratta di uno strumento essenziale contro la povertà, da migliorare, non da cancellare”.

Crisi industriali

Nell’intervista, poi, si passa a esaminare alcune importanti crisi industriali della Sicilia. A cominciare dalla Lukoil di Priolo. “Queste vertenze sono la rappresentazione plastica dell'assenza di politica industriale del Paese”, afferma Landini: “Visto il fallimento delle interlocuzioni finanziarie con le banche, per Lukoil non resta che l'intervento dello Stato, anche eventualmente attraverso la nazionalizzazione da calare nel contesto della transizione ecologica”

La seconda vertenza-simbolo è quella della Blutec (ex Fiat) di Termini Imerese: “Va innanzitutto rinnovato l'accordo di programma per la reindustrializzazione, cui legare e rendere operativa la legge regionale sui prepensionamenti. Ci sono poi da utilizzare la Zona economica speciale e le risorse dell'area di crisi complessa”. Situazione analoga per i lavoratori di Almaviva: “Pure in questo caso tocca allo Stato intervenire garantendo la continuità occupazionale”.

Mobilitazione

A fine intervista Landini torna sulla finanziaria 2023, nei confronti della quale nei giorni scorsi ha annunciato possibili azioni di protesta. “Ne stiamo parlando con Cisl e Uil – conclude il segretario generale Cgil – e domani (ndr. mercoledì 30 novembre) riuniremo il nostro direttivo nazionale per assumere le decisioni necessarie”.