Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, dichiara alla stampa che "per la prima volta la Sicilia ha cambiato trend. Non dico che abbiamo risolto i problemi del Mezzogiorno. Oggi il Sud comincia a crescere. Non diciamo che il bicchiere è pieno, ma neppure che è vuoto. C'è molto da fare ma il trend positivo va gestito anche nell'individuare misure di politica economica che spingano la crescita''. Replica il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, il quale definisce contraddittorie e ingannevoli le frasi pronunciate da Schifani.   

“Il trend positivo di cui parla il presidente della regione è illusorio, un inganno, per due ragioni – afferma Mannino –. La prima è che la crescita del pil è frutto di misure non regionali esaurite o in via di esaurimento come il Pnrr, il superbonus edilizio e la decontribuzione Sud. La seconda è che il sistema economico e produttivo, pur con questi investimenti, non è cambiato non è cresciuto”. 

Il segretario generale della Cgil Sicilia ricorda che “non è cambiata la condizione economica dei siciliani, l’87% dei quali ha un reddito entro i 30 mila euro lordi annui (contro il 60% della media nazionale), i consumi stagnano per la diminuzione complessiva del potere d’acquisto di salari e pensioni. Insomma la condizione delle persone è di fatto peggiorata. Dunque Schifani si spende ai propri fini un dato del tutto congiunturale che non ha avuto effetto reale sulle famiglie e che soprattutto vedrà tornare tutto al punto di partenza con la fine degli investimenti a termine o già finiti.

“Peraltro – conclude Mannino – lo stesso presidente della Regione parla della “necessità di misure di politica economica che spingano la crescita”. Misure che non si sono viste con l’ultima legge Finanziaria del suo governo, che ha destinato niente alla crescita e i due terzi della manovra alle clientele. Come vantarsi e contraddirsi in poche righe”.

Anche la sanità è un indicatore di sviluppo

A sostegno delle ragioni del sindacato anche l’allarme lanciato dalla stessa Cgil Sicilia e che riguarda la sanità pubblica: "Il sistema sanitario regionale sconta carenze di organico intorno alle 20mila unità tra medici, infermieri e altro personale, considerando i 2.736 pensionamenti che si saranno nel 2026. Entro il 31 agosto, inoltre, la Regione ha l'obbligo di completare e mettere in funzione le case e gli ospedali di comunità che abbisognano a loro volta di personale, stimato in 4.204 unità”.

Alfio Mannino e il segretario confederale Francesco Lucchesi chiedono al presidente e all’assessora competente, Daniela Faraoni, “come la Regione si sta attrezzando per far fronte a quella che si presenta come una vera e propria emergenza. La mancanza di personale, oltre ad avere messo già in ginocchio la sanità pubblica, rischia di rendere inutile la spesa messa in campo con il Pnrr per la costruzione delle nuove strutture, portando le carenze di organico dell'intero sistema a 25mila unità circa. Sarebbe un disastro".