Insieme alle grandi difficoltà della sanità, è ormai sotto gli occhi di tutti la drammaticità che si vive nelle case di riposo. La cronaca riporta situazioni di contagio, di decessi, in queste strutture che ormai sono un luogo di aumento preoccupante del contagio. Un allarme accorato arriva anche dalla Fp Cgil di Torino che ricorda le numerose richieste rivolte in queste settimane alle istituzioni riguardo ai Dpi e all'organizzazione del lavoro: "Sono stati lasciati soli lavoratrici e lavoratori, senza i mezzi adeguati, senza una minima idea organizzativa, senza uno straccio di protocollo da seguire, anzi, con pure illazioni gratuite e spregevoli rispetto alla loro non voglia di lavorare, che rende bene la percezione della superficialità spesso dilagante in questi contesti", si legge in una nota.

Arriviamo ad oggi, quando Regione e Prefetture elaborano un protocollo specifico che contiene anche il protocollo ministeriale al riguardo e che però la Fp di Torino giudica negativamente: "Forse noi ci aspettavamo troppo da questo documento, illudendoci che avremmo trovato qualche risposta in merito alla mancanza delle misure di protezione, alla gestione dei casi, al controllo degli operatori, addirittura, come specificato dalle linee guida, un'iniziale idea d'integrazione tra gestione ospedaliera e territoriale".

"Sì, siamo i soliti illusi perché nulla o quasi è emerso da quelle pagine. Una serie di articoli che dicono molto poco, non specificano quali debbano essere gli interventi, non assicurano i mezzi necessari e, in alcuni casi, come quello del controllo degli operatori, non seguono neanche quanto dice il protocollo ministeriale citato. Per cui ci ritroviamo con un enorme problema che, di fatto, non viene affrontato. Se mancano i dpi che si fa? Si continua a lavorare in mancanza di sicurezza?
Se il contagio avanza che si fa dei malati? Si riesce a rispettare il protocollo che prevede il loro isolamento? Oppure vengono lasciati nel medesimo nucleo a diffondere ulteriormente la malattia?", continua la nota.

"Se gli operatori si contagiano lo potranno sapere? Sarà previsto per loro l’utilizzo dei tamponi oppure inconsapevoli torneranno dalle loro famiglie a contagiare tutti? Se inizieranno a mancare gli operatori cosa si farà? La risposta dell'assessore Caucino c'è: li facciamo sostituire da chi ancora sta studiando, o da chi ha studiato altro, insomma, se non siamo in grado di gestire con chi è preparato, lo facciamo fare a chi ancora non lo è, e che in una situazione di totale emergenza non potrà né essere formato né essere affiancato", insiste il sindacato.

"Una situazione che era drammatica sta solamente peggiorando con prospettive che potrebbero essere devastanti.
Gli interventi per porre rimedio a questa situazione dovranno essere immediati. La fornitura dei dpi adeguati dovrà essere effettuata in tutte le strutture che ne sono ancora sprovviste e dove non potranno arrivare i gestori dovrà intervenire direttamente l’unità di crisi. In caso di certezza di casi positivi dovrà essere previsto l’isolamento dei contagiati così come previsto dal protocollo. Qualora l’isolamento non fosse possibile all’interno della struttura dovranno essere utilizzate le Rsa che sul territorio hanno sia capacità recettiva sia la possibilità di creare nuclei protetti", attacca ancora il sindacato.

"Disporre l’utilizzo di tutte le Rsa che erano sul punto di aprire, che sono già dotate di attrezzature e costituirebbero degli ideali luoghi neutri dove isolare il virus. Predisporre l’utilizzo dei tamponi per tutti gli operatori e gli ospiti nelle strutture dove sono presenti casi di positività accertata oppure di sintomi diffusi. Se non si darà corso a tutte queste disposizioni noi continueremo con le nostre denunce, costanti, ed alzeremo il livello di scontro perché non si può pensare di lasciare lavoratori e ricoverati al loro destino", termina la nota.