Il Covid-19 sta ridisegnando il volto dell’America immobiliare. Una trasfigurazione. Se gli addetti ad alto contenuto tecnologico della Silicon Valley hanno scoperto il lavoro remoto e detto addio all’ufficio, col lasciapassare delle varie Google, Facebook ecc., cambiando i connotati a una città come San Francisco, per intere fasce di lavoratori a basso reddito il problema è diventato un altro: non perdere la casa in cui vivono. Ma c’è già chi l’ha persa. Ad esempio Kenia Madrigal, una mamma ventinovenne di Houston (Texas) che, come racconta Patch, per tre mesi ha rimboccato le coperte ai suoi quattro figli dentro a un Suv. Il lavoro era perso. La casa mobile dove la famiglia aveva vissuto per due anni era persa. La casa era diventata l’auto.

È un rischio che corrono molte persone. Un rapporto del Cepr (Center for economic and policy research) in via di pubblicazione documenta l’esplosione di una “insicurezza abitativa” che, a causa della crisi economica scatenata dal coronavirus, ha colpito un affittuario su tre. “Milioni di affittuari e proprietari di case sono rimasti indietro con i pagamenti per l'alloggio – leggiamo nella presentazione del rapporto curato dai ricercatori Yixia Cai e Shawn Fremstad – . L'insicurezza abitativa è oggi molto più elevata, soprattutto tra gli affittuari, rispetto a prima della pandemia”. La fascia più a rischio è quella degli ispanici, seguita immediatamente dagli afroamericani. Insomma, argomenta lo studio, la pandemia “ha ampliato le disparità tra i gruppi etnici”. Secondo il Cepr è molto probabile che “aumenti l'onere del debito per gli affittuari e i proprietari di case afroamericani, che aumenti il numero di sfrattati o di persone colpite da pignoramenti e si riduca la capacità degli affittuari neri di acquistare case”.

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Tra aprile e luglio 2020 il 45% degli affittuari ispanici e afroamericani è scivolato nella “insicurezza abitativa”: rispetto al 2019 il 13 per cento in più di latini e l’8 per cento in più di neri. Tra le famiglie con bambini, il divario fra bianchi e minoranze etniche si è aggravato, azzerando i progressi riscontrati tra 2017 e 2019. Tutto ciò è accaduto nonostante il Cares Act, uno dei dispositivi federali di sostegno nell’emergenza, varato a marzo 2020, che tra le altre misure ha disposto una moratoria sugli sfratti negli alloggi assistiti a livello federale. Ma molte di queste misure sono scadute a fine luglio. L’Heroes Act, approvato dalla Camera a maggio, estende la moratoria sugli sfratti e stanzia 200 miliardi di dollari in programmi di edilizia residenziale per i senzatetto. Ma al Senato repubblicani e democratici non trovano un accordo per la promulgazione della normativa.

“Le donne – proseguono i ricercatori del Cepr – sono generalmente più vulnerabili degli uomini". Gli ispanici "sono un'eccezione, con entrambi i generi che hanno più o meno lo stesso rischio di insicurezza abitativa. Le donne nere hanno la più alta probabilità di insicurezza abitativa (0,25), mentre gli uomini bianchi hanno la più bassa, con una differenza di rischio di circa 13 punti percentuali. Gli uomini neri sono appena dietro le donne nere in termini di rischio”.

La gravità della situazione è confermata dall'Aspen Institute, che stima come entro fine anno, esaurite le protezioni statali e federali, siano a rischio di sfratto trenta, quaranta milioni di persone, la maggior parte di loro afroamericane e ispaniche.