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“Addio alle armi! Idee e proposte in movimento contro il riarmo e le guerre”: il Forum della “Altra Cernobbio”, promosso da Sbilanciamoci! e Rete Pace Disarmo, presenterà l’alternativa del popolo della Pace al riarmo il 5 e 6 settembre nella città sul lago di Como, dove contemporaneamente, presso Villa d’Este, si svolgerà invece il Forum dello Studio Ambrosetti con i rappresentanti mondiali della finanza e dell’economia da tempo dominante.
Durante la due giorni oltre 50 relatori e più di 200 rappresentanti delle organizzazioni della società civile italiana che lavora per giustizia e diritti si confronteranno sull’analisi critica ai progetti di riarmo e sulle costruzioni di possibili alternative per una politica di pace, di cooperazione internazionale, di sicurezza comune e condivisa. Sabato il collegamento con la Global Sumud Flotilla in navigazione per Gaza, con la testimonianza di Maria Elena Delia referente per l’Italia del Global Movement to Gaza.
Investire in armi non è un obbligo
Il punto di partenza sono le analisi e il confronto sulla situazione attuale, gli obiettivi sono la definizione e il lancio di percorsi di azione condivisa. Per non arrendersi all’idea che le scelte di riarmo e militarizzazione siano divenute imprescindibili e addirittura “obbligatorie”, ma portare al centro del dibattito una prospettiva di pace positiva e giustizia sociale. Perché all’Europa e al mondo serve un “Peace deal” capace di proteggere popoli, comunità, ambiente, democrazia dalle scelte rapaci degli interessi armati.
“In Europa – scrivono gli organizzatori sui rispettivi siti web – con il programma di ReArm Europe, il Green Deal viene messo in soffitta a favore di un War Deal che alimenta i pericoli di guerra e favorisce il business delle armi. Ci sarebbe bisogno invece di un Peace Deal che rafforzi la democrazia diminuisca il tasso di conflittualità e l’insicurezza globali, invece in continua e pericolosa crescita. Serve un’economia sostenibile fondata su diritti, lavoro, ambiente. Questa è la vera priorità, questa è la base di una Pace positiva che non potrà mai venire dalle armi”.
Parlare con la politica
Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci!, ci dice: “È importante che le forze politiche capiscano che devono tentare di cambiare le cose, di inserire le voci della pace nelle istituzioni sociali e nei programmi dei partiti del fronte politico alternativo a questo governo. Perciò è la prima volta che invitiamo i rappresentanti delle forze politiche, mentre negli anni scorsi avevamo preferito favorire un confronto tra noi, il movimento sindacale e le tante associazioni che partecipano ai nostri forum”.
“Abbiamo invitato tutte le forze politiche – spiega Marcon –, anche se poi hanno accettato di partecipare solamente Pd, 5 Stelle, Avs e Rifondazione comunista, i cui leader saranno presenti al Forum. Abbiamo di fronte la tragedia non solamente di Gaza e della guerra in Ucraina, ma di oltre 50 guerre in tutto il mondo che chiamano una politica estera di pace, di cooperazione, di sicurezza comune, cosa che purtroppo l'Italia non sta facendo, come anche l'Europa e ovviamente gli Stati Uniti”.
Guardando a Villa d’Este
Marcon, alla domanda se sia possibile fare percorrere alla voce de L’Altra Cernobbio il chilometro che la separa dal Forum Ambrosetti, risponde che “in alcuni anni è stato anche proposto un confronto in campo neutro, ma hanno sempre dato risposte negative: noi siamo aperti al dialogo e al confronto anche con chi ovviamente non la pensa come noi".
“Ricordo – prosegue – che in passato abbiamo avuto ospiti ai nostri forum addirittura due vicepresidenti di Confindustria, Guidalberto Guidi e Alessandro La Terza, e oltre 15 ministri. In questo momento il confronto sarebbe importante per discutere di quale economia vogliamo in questo passaggio storico così cruciale. Ci sembra invece che a Villa d’Este vada in onda un programma già visto di un liberismo che si arricchisce di un'economia di guerra sulla quale tutti i Paesi stanno puntando”.
Il portavoce di Sbilanciamoci! ci ricorda che l’economia di guerra “porterà a pochissimi posti di lavoro e soprattutto porterà distruzione sociale in tanti Paesi, perché, banalmente, le armi si producono per essere usate per fare guerre che portano distruzione dell'ambiente, degli esseri umani e ancor prima di posti di lavoro, fabbriche ed edifici. Le guerre sono sempre contro i lavoratori e anche per questo noi pensiamo che è possibile un'economia disarmata, alternativa all'economia di guerra. Lo abbiamo dimostrato con lo studio Economia a mano armata, utilizzando modelli economici molto sofisticati: i soldi investiti nel welfare, nella sanità, nella scuola, nell’ambiente fanno crescere maggiormente l'economia e producono più posti di lavoro rispetto a quelli investiti nell'economia di guerra”.
Oltre ai NO tante proposte
Quello che intendono fare organizzatori e promotori de L’Altra Cernobbio, non è solamente opporsi alla finanza e all’economia imperante, ma anche fornire delle proposte concrete che vadano in una diversa direzione. “Abbiamo un ampio carnet di proposte”, afferma Marcon ricordando anche il lavoro annuale di Sbilanciamoci che ogni autunno propone una legge di Bilancio alternativa a quella del governo.
“Noi diciamo dei no e dei sì – prosegue –, ma le nostre proposte vanno nella direzione della sostenibilità ambientale, del lavoro, dei diritti delle persone e pensiamo che si possa investire in quei campi. Ad esempio, il welfare non è solamente un costo, ma anche un investimento, oltre a essere un diritto fondamentale. Crea posti di lavoro, possibilità per le imprese e ciò serve a dare maggiore benessere alla popolazione. Ci sono molti cittadini che non si curano perché non hanno i soldi per pagarsi le visite e abbiamo un sistema sanitario pubblico che ha tantissime difficoltà.. Ecco, bisogna investire in quella direzione lì e non nel riarmo”.
Il programma
Al Forum, che oltre ai promotori vede la collaborazione di Flai Cgil, Filt Cgil, Cgil Lombardia, Arci e media partner Ecoinformazioni, parteciperanno presidenti ed esponenti di Acli, Pax Christi, Arci, Anpi, Emergency, Movimento dei focolari, Movimento nonviolento, Cgil nazionale e territoriale, Legambiente, Greenpeace Italia, Assopace Palestina, Fondazione PerugiaAssisi per la cultura della Pace, Libertà e Giustizia, ricercatori, analisti e docenti universitari.
La prima giornata (live integrale)
La seconda giornata (live integrale)