Alla vigilia della manifestazione nazionale "Insieme per la Costituzione" promossa dalla Cgil e da una piattaforma di associazioni laiche e cattoliche che si terrà domani, 24 giugno, a Roma per difendere il diritto alla cura, sancito dalla Carta, la sanità pubblica e chiedere più salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, Collettiva ha intervistato Michele Pagliaro, presidente dell'Inca, il patronato della Cgil, che da sempre opera nel campo della tutela individuale anche per assistere vittime e familiari delle vittime di infortuni sul lavoro. Le sue parole ripercorrono il senso di questa manifestazione e dell'impegno della Cgil su questo versante.

"La tutela della salute e della sicurezza sul lavoro dovrebbe essere la priorità in un Paese dove tra il 2017 e il 2021 sono state oltre 350mila le denunce per infortunio sul luogo di lavoro. Oggi si parla di salute e sicurezza soltanto quando ci sono dei decessi. In realtà il fenomeno è molto più profondo e complesso. Ci sono gli infortuni in itinere, ci sono le situazioni che accadono dentro i luoghi di lavoro, ci sono, cosa altrettanto grave, le malattie contratte in occasione di lavoro, i cui effetti, spesso, si rivelano anche dopo anni, al punto che a volte le vittime non sanno nemmeno di aver contratto quella malattia per cause professionali. In questo Paese si muore per neoplasie contratte durante il lavoro, un tema che abbiamo approfondito anche di recente con un seminario organizzato all'Università di Perugia cui ha partecipato il nostro collegio medico-legale, approfondendo in modo specifico la difficoltà che presenta l'iter per il riconoscimento di questi eventi. Alla base di tutto c'è la necessità di una consulenza complessa e di un lavoro che l'Inca svolge per una corretta formazione e informazione. C'è lo sforzo di creare una sinergia, una rete tra le rappresentanze sindacali sui luoghi di lavoro, perché proprio lo scambio e la condivisione di informazioni diventa importante per aggiornare lavoratori e famiglie e per esercitare la tutela individuale".

"A questa priorità - ha dichiarato Michele Pagliaro ai nostri microfoni - aggiungerei quello che succede nel corso di tirocini e stage per l'alternanza scuola lavoro, un altro problema che purtroppo resta sotto taccia. Un tema assurdo, che fa di questi giovani carne da macello. Non si può morire lavorando, di certo non è accettabile che degli studenti muoiano o siano vittime di infortuni anche gravi nel corso di un tirocinio o di uno stage. In un caso, in seguito al decesso di un giovane, la famiglia ha ricevuto solo l'assegno funerario. Tutto questo è inaccettabile".

Su questi temi la campagna più importante dell'Inca Cgil è quella che il patronato sta conducendo sul riconoscimento del Covid come infortunio da lavoro se contratto in occasione di lavoro. "Durante la pandemia abbiamo investito in tecnologia e informatizzazione dei servizi. Questo ci ha permesso di raggiungere le persone anche in lockdown. Abbiamo creato un account di posta elettronica dedicato per offrire una corsia preferenziale a chi voleva denunciare il Covid come infortunio. Una causa importantissima se pensiamo che, ancora oggi, la comunità scientifica non si è dichiarata su quelli che potrebbero essere gli effetti del long Covid".