“Una decisione sbagliata, figlia di una politica miope che toglie diritti per questioni meramente ideologiche e identitarie, ledendo così i diritti di cittadine e cittadini del nostro Paese. Un accanimento incomprensibile, a maggior ragione se pensiamo che, in ultima istanza, a esserne vittime sono bambine e bambini cui viene negata, attraverso un atto giudiziario, l’esistenza di un genitore”. È netta Marianna Cestaro, segretaria confederale della Cgil di Padova con delega alle Politiche di Genere e Pari Opportunità, nel giudicare negativamente la decisione della Procura di Padova di procedere con l’impugnazione di tutti e 33 gli atti di nascita di figlie e figli di coppie omogenitoriali registrati dal Comune dal 2017 a oggi.

“Una crociata – conclude la segretaria – le cui conseguenze ricadranno nella vita sociale di una minoranza, quella delle cosiddette “famiglie arcobaleno” che forse, proprio perché tale, qualcuno pensa di spogliare impunemente dei propri diritti. E piuttosto che cercare di colmare un vuoto legislativo, si preferisce giungere a situazioni come questa dove dei diritti che venivano esercitati da tempo, senza ledere nessuno, vengono revocati a distanza di anni. Un gesto anacronistico, cieco e ideologico, ancora più meschino perché diretto a poche decine di persone nella nostra città e a qualche migliaio nell’intero Paese. Cui prodest?”