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I lavoratori della Paramount denunciano la totale assenza di apertura da parte dell’azienda cinematografica a rivedere la possibilità di licenziamento collettivo.
Nessuna alternativa dunque, al momento, ai 35 esuberi annunciati (30 tra impiegati e quadri, 5 dirigenti), di cui 22 donne. Nonostante le proposte avanzate – dalla cassa integrazione straordinaria ai prepensionamenti, dalle ricollocazioni alla tutela delle categorie protette – la direzione ha confermato un unico obiettivo: tagliare il costo del lavoro così come pianificato.
“Una decisione che appare in contrasto con i principi di responsabilità sociale che Paramount ha più volte dichiarato di voler perseguire – commenta la Cgil Milano – e che rischia di compromettere la certificazione per la parità di genere già ottenuta. L’approccio adottato dall’azienda solleva molte perplessità, in particolare sul piano sociale e organizzativo”.
Tra le posizioni dichiarate in esubero figura anche una lavoratrice attualmente in maternità e diversi dipendenti appartenenti alle categorie protette. Ad oggi l’azienda non ha fornito chiarimenti su come intenda rispettare gli obblighi di legge legati a queste tutele. In assemblea sono inoltre emerse molte situazioni familiari delicate: lavoratori monoreddito, persone con figli o familiari a carico e casi tutelati dalla Legge 104.
“Secondo le lavoratrici e i lavoratori – prosegue la Cgil – la scelta di Paramount dimostra l’assenza di una visione sul futuro dell’azienda e ignora le ricadute sociali e organizzative di un taglio così pesante dell’organico. Nessuna lungimiranza, nessuna responsabilità sociale è la valutazione emersa all’unanimità”.
Di fronte allo stallo del negoziato, determinato dall’intransigenza aziendale, l’assemblea ha votato compatta dando mandato alla Rsu e alle organizzazioni sindacali di proclamare uno sciopero dell’intera giornata di giovedì 27 novembre, con presidio dalle ore 9.30 davanti alla sede di corso Europa 5.























