“La situazione del Veneto sulla vicenda dei diplomati magistrali è particolarmente grave, a rischio c’è il regolare avvio del prossimo anno scolastico”. A lanciare l’allarme è Marta Viotto, segretaria generale della Flc Cgil regionale. “Stiamo parlando – precisa la sindacalista – di 890 insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia immessi in ruolo con riserva fin dall’anno scolastico 2015-2016, che hanno svolto regolarmente il periodo di prova e potrebbero trovarsi licenziati; e di altri 1.200 incaricati che hanno lavorato quest’anno con contratti annuali a tempo determinato, i quali potrebbero essere esclusi dalle graduatorie per le future nomine della scuola primaria”.

Il contesto è ulteriormente aggravato se si considera che a questi posti di insegnamento se ne debbono aggiungere altri 650 nella scuola primaria lasciati liberi nel prossimo anno scolastico per effetto dei pensionamenti. È la conseguenza della decisione del Consiglio di Stato – sentenza n. 11 del 20.12.2017 – che ha respinto l’appello proposto da alcuni diplomati magistrali affermando il principio in base al quale i diplomati magistrali ante 2001/2002 non avrebbero diritto ad essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.

“Con questa decisione – incalza la sindacalista della Flc Cgil – l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha smentito se stessa, poiché precedentemente, sulla stessa vicenda, si era già espressa favorevolmente. A due mesi dall’inizio del prossimo anno scolastico è indispensabile trovare una soluzione alla vicenda che coinvolge la vita professionale e personale di migliaia di lavoratrici del mondo della scuola, anche per garantire il diritto allo studio alle bambine e ai bambini che a settembre rientreranno nelle classi”.

Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato, la Flc Cgil ha immediatamente sollecitato gli organi legislativi e governativi ad adottare con la massima urgenza un provvedimento normativo che risolva, in maniera definitiva e nel rispetto di tutti i soggetti interessati, diplomati magistrali e laureati in scienze della formazione primaria. “Una questione che da troppi anni crea incertezze al buon funzionamento delle scuole, al personale insegnante inserito nelle graduatorie, alle famiglie e agli alunni, per la mancanza di continuità didattica nelle classi, per la precarietà del lavoro che non garantisce la sicurezza e la serenità del nell’ambiente scolastico. È ora che la politica – conclude Viotto – si assuma la responsabilità di porre fine all’annosa e controversa vicenda, evitando, una volta per tutte, che le lavoratrici e i lavoratori debbano costantemente ricorrere alla via del contenzioso”.