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Non c'erano solo operai, c'era un pezzo consistente di città alla manifestazione che stamattina ha accompagnato lo sciopero della Ast ThyssenKrupp di Terni, ora entrata nell'orbita di Outokumpo, multinazionale finlandese che dopo aver sbandierato grandi progetti per il polo siderurgico italiano (3000 dipendenti diretti, più altri 1000 nell'indotto), proprio nei giorni scorsi ne ha annunciato la cessione e lo smembramento, con il trasferimento all'estero dei pezzi più pregiati.
Contro questa ipotesi nefasta, che secondo i sindacati significherebbe la morte del polo ternano, oltre 3000 persone hanno partecipato al corteo, organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, insieme alle sigle dei metalmeccanici, Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl, che dalla sede delle acciaierie ha raggiunto il palazzo della prefettura nella centrale piazza Tacito.
Al rappresentate del governo sono stati ribaditi i punti fondamentali per i lavoratori e per i sindacati: integrità del sito, alto livello e internazionalizzazione delle produzioni, chiarezza sul futuro e mantenimento dei livelli occupazionali, anche nelle ditte terze. “Da qui non si muove un bullone” è l'efficace sintesi del concetto, già divenuta slogan simbolo della protesta.
Durante l'incontro istituzionale non sono mancati momenti di tensione nella piazza sottostante, dove un gruppo di lavoratori ha fatto pressione verso l'ingresso del palazzo. La situazione è comunque rimasta sostanzialmente tranquilla e al termine dell'incontro, Claudio Cipolla, segretario della Fiom Cgil di Terni, ha riportato alla folla i contenuti del colloquio con il prefetto: “Abbiamo spiegato al rappresentante del governo che da qui non si muove un bullone”, ha detto il segretario della Fiom, “perché oggi i lavoratori in sciopero hanno dimostrato il loro senso di responsabilità, ma è evidente che servono subito risposte chiare da parte del governo”. “In ogni caso – ha aggiunto Cipolla – c'eravamo posti l'obiettivo di ricostruire l'alleanza con la città e questo obiettivo è stato raggiunto come dimostra la grande partecipazione alla manifestazione. Questo – ha concluso – ci dà la spinta per proseguire nella nostra lotta in difesa del lavoro e dell'apparato industriale”.
"L'Umbria unita si opporrà ogni ipotesi che pregiudichi l'integrità del sito industriale di Terni". Lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo stamani a Terni. "Le Acciaierie - ha detto - rappresentano una parte fondamentale dell'industria, dell'occupazione e della storia di questa regione e danno un contributo essenziale alla capacità produttiva dell'Umbria (da sola la produzione di Ast rappresenta circa il 20% del Pil umbro, ndr), concorrendo in maniera fondamentale al Pil regionale ed alla sua capacità di esportazione. Oltre a ciò, la TkAst genera un indotto di rilevante importanza per tutto il sistema regionale delle piccole e medie imprese".
“Ribadiamo che il governo nazionale deve prendere in mano questa situazione e far tornare la multinazionale Outokumpu sui suoi passi – afferma il segretario generale della Cgil dell'Umbria, Mario Bravi – ma siamo anche consapevoli che questa partita si gioca pure in Europa, dove due Paesi come Finlandia e Germania, che spesso imputano all'Italia scarsa competitività, ora rischiano, con le loro politiche industriali, di menomare il futuro di uno stabilimento di assoluta eccellenza a livello europeo e mondiale. Per questo – conclude Bravi – accanto all'azione del governo nazionale, servirà che le istituzioni europee si muovano al più presto in difesa del polo siderurgico ternano”.