C’è tempo fino a venerdì 7 febbraio, poi scatteranno la chiusura degli stabilimenti e i licenziamenti. Per i 420 dipendenti della Mahle queste sono giornate terribili. L’attenzione ora è concentrata sul ministero dello Sviluppo economico: si tiene oggi (giovedì 30 gennaio) a Roma l’atteso incontro tra azienda, sindacati e governo sulle sorti dell’impianto di La Loggia (Torino) e della fonderia di Saluzzo (Cuneo). Il 23 ottobre scorso, infatti, la multinazionale tedesca (con sede a Stoccarda) della componentistica auto ha annunciato la cessazione della produzione a causa del trend negativo nel mercato del diesel, con conseguenti perdite consistenti di fatturato.

“L’impatto sociale rischia di essere drammatico, in una regione già attraversata da una forte crisi industriale e sociale, su cui le istituzioni locali devono prestare maggiore attenzione”, spiegano Michele De Palma (segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive) e Vittorio De Martino (segretario generale Fiom Cgil Piemonte). All'apertura della vertenza il sindacato ha chiesto il ritiro dei licenziamenti, cui la società ha risposto con il congelamento della procedura per 60 giorni, appunto fino al 7 febbraio prossimo. L’auspicio di sindacati e lavoratori è che si possano trovare nuovi investitori per reindustrializzare i due impianti.

La Fiom ha anche proposto di utilizzare la cassa integrazione ordinaria al fine di trovare gli strumenti straordinari da mettere in campo per affrontare l’emergenza e garantire l’occupazione. “È necessario avviare un tavolo sulla crisi strutturale del diesel nel suo complesso”, spiegano i metalmeccanici Cgil: “Servono investimenti straordinari per affrontare la fase di transizione industriale a tutela dell’occupazione e di un settore strategico come l'automotive”.

Per ora i vertici della multinazionale (che ha 160 stabilimenti nel mondo e complessivi 79 mila dipendenti) hanno sempre confermato la volontà di chiudere entro l’anno. “I due siti piemontesi hanno alle spalle anni critici dal punto di vista economico”, ha spiegato la società in una nota ufficiale: “La riduzione degli ordini a livello europeo, principalmente nella produzione di motori diesel, ha notevolmente ridotto la capacità utilizzata, attuale e futura, degli stabilimenti di La Loggia e Saluzzo, in cui vengono prodotti pistoni. Pertanto Mahle si trova purtroppo costretta a programmare la chiusura dei due stabilimenti, adeguando la capacità produttiva alla richiesta di mercato”.

L’impianto di Saluzzo nasce nel 1962 per opera dell’azienda milanese Industrie subalpine ingranaggi Saluzzo (Isis). Nel 1968 lo stabilimento viene rilevato dalla torinese Mondial piston subalpina, che nel 1987 entra a far parte della Mahle, colosso di componentistica auto di Stoccarda (aveva già oltre 70 sedi in tutto il mondo), fondato negli anni venti per la produzione di pistoni in lega leggera (e non in acciaio, come invece facevano i concorrenti americani). Nel corso degli anni nascono poi gli impianti di La Loggia (Torino), Volvera (Torino) e Potenza, ma questi ultimi due vengono chiusi nel 2009.

(mt)