Teatro Massimo di Palermo: il 1° febbraio, al tavolo con il sindaco Orlando e l'assessore Arcuri, l'Slc Cgil porterà il tema dei precari che da tempo aspettano risposte per la stabilizzazione. Per il sindacato dello spettacolo, da sempre in prima linea nelle battaglie al teatro Massimo, protagonista anche di occupazioni durate mesi, il prossimo appuntamento, per la delicatezza della vertenza, e in quanto obiettivo da lungo tempo prefissato, è considerato cruciale.

“Daremo seguito alla volontà dei lavoratori di delineare un percorso tangibile e celere per risolvere le problematiche annose della fondazione – dichiara Monica Piazza, della segreteria territoriale Slc –. Il tavolo di trattativa programmato costituisce la svolta per affidamenti e accordi da tempo in discussione”. L'Slc chiede, nella consapevolezza della necessità di un quadro di sostenibilità economica, di dare priorità a tutte quelle fasce di lavoratori che da troppo tempo aspettano una risposta, “per far crescere e capitalizzare l'enorme patrimonio umano e culturale rappresentato dalle nostre preziose maestranze, in tutti i reparti, compresi gli uffici amministrativi”.

Dopo i sacrifici sostenuti dai lavoratori per favorire il rilancio d'immagine del teatro e il suo percorso virtuoso nel panorama nazionale, e con le difficoltà di una politica ministeriale penalizzante per le fondazioni lirico-sinfoniche, il sindacato annuncia che per non vanificare gli sforzi fatti “non esiterà a intraprendere ogni sorta di azione di lotta, qualora le relazioni industriali dovessero risultare, già dal prossimo incontro, aleatorie ed effimere”. “Terminato il tempo della semina – aggiunge Monica Piazza –, arriva il momento tanto atteso della raccolta. Affronteremo con grande senso di responsabilità questa nuova fase, senza tentennamenti o infingimenti, senza esclusione alcuna di prese di posizione forti e perentorie. La nostra storia annovera già la frequenza e l'esperienza di posizioni non negoziabili, anche in solitaria, mantenute fino al raggiungimento degli obiettivi senza alcun timore reverenziale”.