Di fronte alle emergenze industriali e occupazionali in Sardegna, le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil annunciano la mobilitazione nell'Isola che potrebbe sfociare in uno sciopero generale tra ottobre e novembre.

In una riunione congiunta i tre sindacati
confederali hanno stabilito di portare a sintesi tutte le vertenze territoriali che saranno comunque accompagnate da almeno otto mobilitazioni locali. Cgil, Cisl e Uil, in un documento unitario, ribadiscono che le responsabilità sono da ascrivere alla classe politica sarda e al governo nazionale che devono dare risposte definitive su alcune criticità più volte richiamate dallo stesso sindacato: infrastrutture, spesa risorse comunitarie, nazionali e regionali, definizione del piano straordinario per il lavoro, risoluzione della vertenza entrate e revisione del patto di stabilità, continuità territoriale area, marittima per persone e merci e costi dell'energia con la predisposizione del piano energetico regionale.

“Avevamo detto che non saremo andati in ferie e ora la mobilitazione dei lavoratori sta sfociando in lotte unitarie con momenti estremi come è accaduto per Carbosulcis ed ora per Alcoa”, ha detto il segretario generale della Cgil sarda, Enzo Costa.

Intanto per lunedì 10 settembre è prevista “un' invasione” di Roma.  450 operai dell'Alcoa si preparano a partire per la capitale dove manifesteranno davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo Economico dove si terrà la riunione che, probabilmente, deciderà il futuro dello stabilimento di Portovesme. Circa 100 lavoratori rimarranno, invece, nella fabbrica sulcitana per garantirne il funzionamento. Hanno annunciato la loro presenza anche 23 sindaci del Sulcis.

E sul Sucis, Claudio De Vincenti, sottosegretario allo Sviluppo Economico, riferisce alla commissione Industria del Senato. Premesso che nell'area del Sulcis la situazione occupazionale è "difficilissima" e si registra una "sofferenza sociale e di difficoltà economica, il governo- assicura De Vincenti- è impegnato con senso di responsabilità da molto tempo. Situazioni come Alcoa, EurAllumina, Carbosulcis sono tutte situazioni critiche su cui il governo sta lavorando da tempo". L'obiettivo dell'esecutivo è quello "di cercare soluzioni e inserirle – conclude - in una strategia più generale che garantisca un futuro produttivo e occupazionale solido al Sulcis".