Gravissimo incidente sul lavoro nel pomeriggio di oggi (martedì 29 novembre) a Messina, dove tre marinai sono morti intossicati mentre svolgevano lavori di pulizia (o di saldatura, non è ancora chiaro) all'interno di una cisterna della nave "Sansovino" della Caronte&Tourist ormeggiata al porto cittadino. Uno dei marinai sarebbe morto sulla banchina, gli altri due all'ospedale. 

Secondo una prima ricostruzione i lavoratori sarebbero morti per avvelenamento da sostanze tossiche, rilasciate dai liquidi contenuti nella  sentina che si apprestavano a svuotare avvalendosi di un'autobotte. Un'altra ipotesi è che l'intossicazione sia invece dovuta a un principio di incendio innescato dai lavoratori di saldatura all'interno della cisterna. 

La squadra era composta da almeno cinque marinai. Gli uomini sono stati soccorsi da 118 e vigili del fuoco (sul posto quattro squadre e gli specialisti del nucleo Nbcr) e trasportati al Policlinico di Messina. Ci sarebbero altri lavoratori in gravi condizioni. 

"Oggi piangiamo un numero inaccettabile di persone che hanno perso la vita mentre lavoravano, siamo vicini alle loro famiglie e pretendiamo giustizia e verità dalle autorità preposte. Il ministro Poletti, che ha invitato ad intensificare l’impegno per la prevenzione, cominci a dare il buon esempio: si può completare la normativa sui porti, si possono intensificare e razionalizzare i controlli, si può intervenire in maniera efficace e tempestiva". Così Sebastiano Calleri, responsabile Salute e Sicurezza della Cgil nazionale, in seguito a quanto accaduto questo pomeriggio nel porto di Messina, dove quattro operai hanno perso la vita a bordo di un traghetto.

"Il settore dei porti e della navigazione - spiega Calleri - è uno di quelli in cui in Italia si registra un altissimo numero di incidenti di elevata gravità. Ciò è dovuto alle particolari lavorazioni che si effettuano e alle difficili condizioni in cui queste avvengono. Ma - conclude il dirigente sindacale - è inutile cercare di nascondere all'opinione pubblica che questo succede a causa di un insieme di misure volontariamente non applicate dai datori di lavoro e di una normativa per le attività portuali farraginosa che, a ben nove anni dall'approvazione del D.Lgs 81, non risulta ancora attuata completamente".

“Ci stringiamo ai familiari dei lavoratori morti e dei feriti”, così dichiarano le segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. "Attendiamo di conoscere da parte della Magistratura l’esatta dinamica - spiegano le tre sigle sindacali - e chiediamo, per fare luce al più presto, un’inchiesta immediata da parte degli enti di controllo del Ministero dei Trasporti, ma intanto rileviamo che altre vite umane si aggiungono alla tragica e fitta schiera delle morti bianche, indegna di un paese civile”.

“Questo tragico evento a pochi giorni da un altro nel Porto di Salerno - denunciano ancora i tre sindacati nazionali - mette sotto gli occhi di tutti l’urgenza di un immediato intervento legislativo di adeguamento delle norme che disciplinano la sicurezza nei porti e sulle navi”.