Mercoledì 19 ottobre, presso la sede di Cgil confederale, in Corso d’Italia 25, si terrà il convegno, promosso ed organizzato da Slc nazionale, Big data: regole, rischi, opportunità, che si propone come luogo di analisi e riflessioni su uno dei temi più caldi dell’agenda politica ed economica mondiale.
 
Dopo la relazione introduttiva a cura di Cinzia Maiolini, segretaria nazionale Slc, si terrà la tavola rotonda, coordinata dal giornalista Andrea Biondi, de Il Sole 24 ore. Interverranno alcuni tra i maggiori esperti del settore: Diego Ciulli, public policy Google Italia; Fiona Macmillan, University of London e Codirector della "International society for the history and theory of intellectual property"; Teresa Numerico, università Roma 3, docente di Epistemologia dei nuovi media e Filosofia della Tecnologia; Giovanni Maria Riccio, università di Salerno, avvocato esperto di Diritto delle tecnologie e della proprietà intellettuale; Benedetto Vecchi, caporedattore della sezione cultura del Manifesto e scrittore. Partecipa: Alessio Gramolati, responsabile delle politiche industriali della Cgil nazionale. Le conclusioni sono affidate a Massimo Cestaro, segretario generale Slc.
 
Il tema della rete e della produzione dei big data ha, in primo luogo, una forte implicazione politica:  tutto ciò che attiene al comportamento umano è divenuto dato, informazione utilizzabile. L'informazione, quella proveniente dal singolo, aggregata e "lavorata", è oggi una merce gestita da gruppi privati configurabili come nuovi Monopoli. La sempre più raffinata sistematizzazione dei dati aggregati e la loro lettura consente peraltro di agire sul collettivo predicendo ma anche orientando scelte e comportamenti, cambiando di fatto gli elementi fondanti dell'agire democratico.
 
Si parlerà dell’accesso all'informazione ed ai contenuti tramite web; della retribuzione dovuta a chi produce contenuti immessi nel web ed al riconoscimento della specifica professionalità. Si valuterà come la pervasività della tecnologia digitale comporti una nuova modalità di sovraesposizione e reperibilità del lavoratore, che vede una sostanziale destrutturazione dell’orario di lavoro, senza riconoscimenti e retribuzioni aggiuntivi.
 
Altro tema, l’immissione d'informazioni e dati tramite i social, per cui è sempre più necessaria una normativa restrittiva europea sulla privacy. E, d’altro canto, è necessario anche un diretto e maggiore impegno dello Stato e del governo italiani, al fine di garantire i diritti dei singoli cittadini, esercitando la propria responsabilità politica sul 'digitale', che coinvolge l’informazione, la comunicazione, i nuovi monopoli, l’uso dei dati personali.