Le conseguenze delle elezioni amministrative, la ripresa economica che non arriva, la situazione occupazionale sempre drammatica, la questione immigrazione. Su questi temi, si è sviluppata l'intervista di Elena Di Gregorio, segretaria generale della Cgil Veneto, stamattina ai microfoni di Italia parla, la rubrica quotidiana di RadioArticolo1 (ascolta il podcast integrale).

"Abbiamo bisogno di riflettere profondamente su ciò che è successo a Venezia, alle elezioni del sindaco – ha detto la dirigente sindacale –. È una ferita profonda quella che si è aperta nella cittadinanza e dobbiamo ancora capirne le dinamiche. Di sicuro, si è creato uno scollamento tra popolazione e istituzioni di una città che si trova in forti difficoltà. Il Comune era già commissariato, e in tal senso si è manifestata nell'opinione pubblica una voglia di cambiamento e di rottura con il passato. Poi, non secondario, c'è il fenomeno dell'astensionismo, che ha assunto dimensioni abnormi soprattutto in occasione del ballottaggio, che testimonia la disaffezione nei riguardi dei partiti che guidano la politica nazionale".

"Per quanto riguarda il lavoro – ha precisato l'esponente Cgil –, abbiamo lanciato un nostro progetto per il Veneto, articolato in sette punti, dove, oltre all'occupazione, si parla molto di legalità, un tema che ha inciso pesantemente anche sul voto e sul giudizio dei cittadini. Finora, il lavoro è stato affrontato sempre in modo emergenziale da Luca Zaia, che è stato riconfermato con un ampio consenso personale alla guida della Regione. Il governatore, però, non ha mai presentato un piano di sviluppo per il futuro della Regione, che consentisse di far uscire dalla crisi un territorio, che, giova ricordarlo, rappresenta circa il 10% del Pil nazionale e ha una quota rilevante di export. La politica di Zaia è ispirata al laissez faire, al fai da te lasciato in mano ai singoli imprenditori. Un'autoimprenditorialità forte e diffusa in Veneto, che però, di fronte a una crisi del genere, non è più sufficiente. 'Piccolo è bello' è un modello che non regge più, di fronte alla globalizzazione e alla sfida mondiale dei mercati. Fra le priorità, indichiamo anche la messa in sicurezza del territorio, che qui da noi è stato selvaggiamente devastato da un'infinità di capannoni, fra cui molti dismessi, che causano inquinamento. E oggi si continua a perseguire una politica di cementificazione, fondata sull'idea di grandi opere di assai dubbia utilità".

Di Gregorio ha proseguito "sulla necessità di investire su ricerca e innovazione, perchè in questi anni vi è stata una gestione non governata in tale campo, che ha fatto sì che gli investimenti siano costantemente diminuiti, tanto che si parla di chiusura di comparti importanti come la nanotecnologie, da parte di una Regione che a parole dice che bisogna intervenire, ma nei fatti lascia che le varie imprese falliscano. Di sicuro, dovremmo ragionare secondo una dimensione perlomeno europea: se provassimo a confrontarci con quel che avviane nei singoli land tedeschi, ci accorgeremmo di quanto la crisi ci abbia fatto perdere posizioni in termini di capacità e produittività. Poi andrebbero adeguatamente utilizzati i fondi Ue a disposizione, premiando i migliori soggetti, e non secondo la logica 'a pioggia', come si fa di solito per accontentare tutti. L'altro tema su cui puntare è la riforma istituzionale. la nostra è una regione che ha contrastato la città metropolitana e la riorganizzazione delle province con un'operazione di resistenza al governo centrale, senza nel contempo assumersi la responsabilità delle proprie conpetenze: quindi, una regione che rivendica autonomia, ma non esercita il proprio ruolo che le sarebbe assegnato sotto il profilo delle scelte economiche e degli investimenti".

"Negli anni passati – ha continuato la sindacalista –, Zaia si è accontentato di ricevere risorse senza concordare e senza incidere sulle scelte da fare, preoccupandosi solo di conquistare una sua visibilità personale. Su questo, ha lavorato molto, e con ottimi risultati, direi, a giudicare dal riconfermato consenso personale che ha appena ricevuto. È stato un lavoro d'immagine, e adesso dovrà mantenere le promesse che ha fatto, perchè i cittadini veneti sono esigenti. La riforma istituzionale è indispensabile al mondo imprenditoriale e al lavoro, perchè è un problema di efficientamento della macchina pubblica. Così come serve accelerare sulla qualità del sistema sociosanitario, con un diverso protagonismo da parte della Regione. È vero che il Veneto gode di un modello di qualità in tale campo, se lo raffrontiamo con la situazione in altre regioni; ma è pur vero che è un sistema che ha gradatamente perso risorse e investimenti, e soprattutto sul sociale, è sempre meno capace di dare risposte ai bisogni della popolazione, che sua volta sta diventando sempre più anziana e ha nuove necessità cui far fronte. Gli impegni populisti di Zaia non bastano più: perciò, è necessario che il governatore, se vuole tener fede ai suoi ambiziosi impegni elettorali, rivolti alla pancia della gente, su questi temi deve indirizzare in modo diverso le politiche della regione e confrontarsi con le parti sociali".   

Inoltre, la leader della Cgil veneta ha affrontato il capitolo sull'occupazione. "Sotto tale proifilo, la situazione permane drammatica. Se osserviamo i dati, c'è stata una crescita delle assunzioni nel primo trimestre di quest'anno, rispetto al corrispettivo del 2014, ma ciò è dovuto agli incentivi alle imprese, messi a disposizione dal Jobs act. Si è così creato una sostituzione tra lavoro precario e tempo indeterminato; però, tale fenomeno segue l'accelerazione che si era avuta l'anno scorso con un aumento esponenziale di licenziamenti, anche per intervenire sulle modifiche degli ammortizzatori sociali  che ne hanno drasticamente ridotto la durata. Alla fine, il saldo degli occupati è sempre negativo: sono circa 6.000 i posti di lavoro persi in Veneto, tra assunzioni e licenziamenti. In particolare, la disoccupazione giovanile registra dei segnali che non abbiamo mai conosciuto nella nostra regione, e questo incide profondamente anche sul tessuto sociale. Ormai, esistono due generazioni di giovani escluse dal mercato del lavoro, che vivacchiano con lavori che non possono essere definiti tali. C'è un aumento esponenziale dei voucher, soprattutto nel turismo e commercio, dove siamo la prima regione d'Italia per l'utilizzo: è un uso improprio quello che viene fatto, che ha sostituito lavoro buono. Tutto ciò non crea sviluppo nella nostra società, e non crea capacità d'innovazione, come si era avuta in passato, quando il Veneto fu tra i primi territori ad avere la grande capacità di modernizzarsi, passando prima dall'agricoltura all'industria, e poi dall'industria al terziario".

"Una regione – ha concluso Di Gregorio – che ha spesso anticipato processi nazionali, anche in chiave politica. Non dimentichiamoci del fenomeno della Lega, anzi della Liga, che qui ha mosso i primi passi alla fine degli anni Settanta, ed è sempre qui che si sta sperimentando una forma di contrattazione, basata sul patto tra produttori e lavoro. Sempre in Veneto, le politiche d'immigrazione negli anni sono passate dall'intolleranza iniziale a un governo efficace del fenomeno. Oggi siamo preoccupati per lo scollamento esistente all'interno della società, dovuto senza dubbio alla crisi, che ha minato il rapporto di solidarietà fra le persone. Sull'accoglimento di profughi e rifugiati, stiamo incalzando Zaia, che ha usato l'argomento in modo molto forte in campagna elettorale con una retorica populista, all'insegna del respingimento delle persone. È chiaro che la gente ha paura, soprattutto dopo l'enfasi e la strumentalità usate dal governatore, che, di fatto, ha scaricato tutte le responsabilità sulle comunità locali e sui sindaci, che, a loro volta, sentendosi soli e abbandonati, reagiscono e chiedono alle autorità nazionali gli strumenti per poter governare il fenomeno. Noi stiamo lavorando con loro, affinchè si crei una capacità di accoglienza nei singoli comuni, onde evitare che si arrivi a una guerra tra poveri, che s'inneschino reazioni di chiusura, che la società veneta non ha mai avuto nella sua storia, ma, al contrario, ha sempre agito all'insegna della solidarietà, capacità che noi intendiamo ripristinare e valorizzare al massimo".

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