Migliaia di esuberi e sospensione dell'assistenza. Queste, le immediate conseguenze del "paventato irreversibile stato di crisi della sanità accreditata nella Regione Campania", che ha provocato l'immediata risposta della Cgil. Il commissario regionale della confederazione, Giuseppe Spadaro, e il segretario generale della Funzione pubblica Cgil Campania, Alfredo Garzi, in una nota inviata al presidente della giunta di via Santa Lucia, al commissario per la sanità, all'Aiop, a Confidustria e alle forze politiche, parlano di un "atto unilaterale", prodotto "senza la convocazione delle parti sociali".

"Più grave – secondo i due dirigenti sindacali – appare la soluzione che prospettano le associazioni datoriali: ancora una volta, infatti, ai tagli si risponde con migliaia di esuberi e sospensione dell'assistenza. Una situazione insostenibile per i lavoratori campani, già penalizzati da anni di mancati adeguamenti contrattuali, continui ritardi nei pagamenti degli stipendi e continui ricatti occupazionali allo scadere dei limiti di spesa annui".

"Cgil e Fp Cgil Campania – prosegue il comunicato – credono sia venuto il momento di trovare una soluzione definitiva, stabilendo regole vere per gli accreditati, svincolando le risorse per il pagamento dei lavoratori da quelle destinate agli altri costi aziendali; è il momento di restituire alla Regione il ruolo di vero soggetto programmatore dei flussi di salute da erogare, in base al fabbisogno dei cittadini campani e non già a seconda delle logiche di mercato dettate dalle strutture accreditate". Il sindacato chiede, per il 2 settembre, la convocazione urgente di un tavolo in Prefettura, con tutti i soggetti interessati, al fine di scongiurare la sospensione delle attività.

"All'avvio delle stesse procedure – concludono i due sindacalisti – tutti i lavoratori interessati si riuniranno in assemblea permanente per discutere dell'avvio della mobilitazione, che si terrà nel pieno rispetto dei servizi minimi essenziali, per garantire ai cittadini di poter usufruire delle prestazioni che, a causa di tale modo scellerato di procedere da parte delle strutture private e da parte della Regione, non saranno garantiti nel prossimo futuro".