“Io lo so che per voi la mafia vi sembra un’onda inarrestabile. Ma la mafia si può fermare, e insieme la fermeremo”. Così scriveva il parlamentare comunista e sindacalista Cgil Pio La Torre, ucciso a Palermo da un commando mafioso il 30 aprile 1982. Nel suo nome, in occasione del 35° anniversario dell’approvazione della legge Rognoni-La Torre (che introduceva il reato di associazione mafiosa e norme relative alle misure di confisca patrimoniale), Cgil, Avviso pubblico e Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) organizzano una cerimonia di conferimento dello speciale “Riconoscimento alla memoria di Pio La Torre” a sindacalisti, amministratori pubblici e giornalisti che, con il loro operato,
si sono particolarmente distinti per l’impegno civile e politico, per la democrazia, i diritti e la legalità.

La cerimonia “Storie di antimafia e d’impegno civile” si svolge oggi (mercoledì 13 settembre) a Roma, alle ore 10.30, presso la Federazione nazionale della stampa italiana (in corso Vittorio Emanuele 349). L’incontro è presieduto da Stefania Pellegrini, direttore del Master “Recupero beni confiscati-Pio La Torre” dell’Università di Bologna. Partecipano il presidente di Avviso pubblico Roberto Montà, il giornalista delegato Fnsi per la legalità Michele Albanese e il segretario confederale Cgil Giuseppe Massafra. Conclude Piergiorgio Morosini, componente del Consiglio superiore della magistratura. La cerimonia viene trasmessa in diretta da RadioArticolo1.

Ed ecco l’elenco dei premiati. Ricevono una targa il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, il sindacalista aquilano Emanuele Verrocchi e la dirigente della Regione Sicilia Dorotea Maria Piazza. Ricevono una pergamena con speciale menzione il giornalista dell’Espresso Giovanni Tizian, il giornalista napoletano Arnaldo Capezzuto, il sindacalista ragusano Beppe Scifo, la sindacalista calabrese Celeste Lo Giacco, la vice sindaco del Comune di Pavia Angela Gregorini e l’assessore della Regione Emilia Romagna Massimo Mezzetti.

“Oggi, a 35 anni di distanza, l’attualità descrive un’economia pesantemente infiltrata e inquinata dalla criminalità organizzata e dalle mafie” spiegano i promotori in una nota: “Per sconfiggere un sistema criminale che trae forza dal suo potere economico è necessario unire le forze e le competenze istituzionali, del mondo del lavoro e della società civile. Ne va della vita democratica e delle prospettive di sviluppo del nostro Paese”.

Per Cgil, Avviso pubblico e Fnsi questo anniversario “non è solo un fondamentale esercizio di memoria. Rappresenta un’ulteriore spinta per tradurre in gesti concreti l’impegno e le competenze confluite nel nuovo Codice antimafia, la cui approvazione entro la fine dell’attuale legislatura non è solo una richiesta, ma un’impellente necessità”. Un’approvazione sollecitata nei mesi scorsi anche attraverso un appello rivolto al Parlamento e al governo da Avviso pubblico, Libera, Legambiente, Cgil, Cisl e Uil. “Il nuovo Codice antimafia – concludono i promotori - è volto a rendere più efficaci e tempestive le misure di prevenzione patrimoniale e personali, a estendere i casi di confisca obbligatoria e a favorire la ripresa delle aziende sottoposte a sequestro. Un provvedimento necessario per la democrazia e per la legalità”.

TUTTI I PREMIATI

Paolo Berizzi è un giornalista del quotidiano La Repubblica. Da anni si occupa di inchieste sull'estrema destra italiana, di recente è stato fatto oggetto di minacce e intimidazioni.

Emanuele Verrocchi è un sindacalista aquilano. Il suo impegno per la legalità si approfondisce con la ricostruzione dell’Aquila e del cratere sismico abruzzese a partire dal 2009. Eletto segretario generale della Fillea territoriale nel novembre 2012, ha voluto contraddistinguere la categoria e specializzarla sui temi dell’antimafia, trovandosi di fronte al cantiere più grande d’Italia. Due sono i macrointerventi che hanno visto protagonista la categoria e che hanno portato a risultati concreti: l’arresto nel giugno 2014 di sette imprenditori edili che avrebbero fatto ricorso al clan dei Casalesi per ricostruire alcuni edifici privati (l’inchiesta “Dirty Job” era partita da una denuncia di Verrocchi a mezzo stampa che raccontava atti estorsivi a danno dei lavoratori); l’arresto nel settembre 2014 di sei imprenditori accusati di vari reati fiscali, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di operai provenienti dalla Romania (l’inchiesta “Social Dumping” era partita da un esposto di Verrocchi alla Procura dell’Aquila riguardante un caso di falso distacco Comunitario).

Dorotea Maria Piazza è una dirigente della Regione Sicilia. Il 6 luglio 2016 ha presentato un esposto-denuncia alla Procura di Palermo in cui denunciava pressioni e minacce a seguito della sua decisione di annullare un bando pubblico regionale (riguardante i servizi di trasporto per le isole Egadi ed Eolie) che sembrava tagliato su misura per una specifica compagnia di navigazione. Il motivo dell’annullamento, hanno spiegano successivamente gli inquirenti, era legato a una serie calcoli che, per il modo in cui erano stati elaborati, avrebbero prodotto un vantaggio patrimoniale per la ditta vincitrice e un danno alle casse pubbliche.

Giovanni Tizian è un giornalista del settimanale L'Espresso. Quando lavorava alla Gazzetta di Modena ha svolto un'inchiesta sugli interessi di una 'ndrina per il settore del gioco d'azzardo. Minacciato di morte, da alcuni anni vive sotto scorta. Le sue inchieste hanno contribuito a dare vita al processo “Black Monkey”, recentemente conclusosi a Bologna con pesanti condanne. Tizian continua sull'Espresso la sua attività di inchiesta sulle mafie e la corruzione.

Arnaldo Capezzuto è un giornalista professionista, direttore del periodico on line ladomenicasettimanale.it. E’ uno degli autori del volume “Il Casalese”.
Capezzuto ha condotto inchieste nel quartiere Forcella di Napoli che hanno permesso di individuare i responsabili della morte di Annalisi Durante, la ragazza di 14 anni colpita a morte il 27 marzo 2004 nel corso di una sparatoria fra clan rivali.
Per i suoi articoli, Capezzuto è stato più volte minacciato da esponenti del clan di Forcella.

Beppe Scifo è un sindacalista ragusano. Fin dal 2005, anno in cui inizia il suo rapporto con la Cgil, si trova a
occuparsi di problematiche legate ai temi della legalità, delle mafie e dei diritti nel lavoro.
Lavora nella Flai Cgil e opera a Vittoria (Ragusa), territorio segnato da episodi malavitosi e di sfruttamento che rendono particolarmente
difficile l'azione sindacale. Nel 2012 la Camera del lavoro di Vittoria denuncia un atto di violenza compiuto da un datore di lavoro nei confronti di una
bracciante romena, facendosi carico anche di organizzare la “fuga”
della bracciante dal luogo di lavoro e di abitazione per un trasferimento presso una casa
protetta della rete nazionale antitratta. Inizia in questo periodo l'intensa attività di denuncia del fenomeno di sfruttamento sessuale nelle campagne di Vittoria, grazie al pieno sostegno della Flai Cgil nazionale e regionale. Il contesto sociale e politico reagisce poco e niente alle denunce, anzi si cerca di ridimensionare, se non addirittura negare il fenomeno.
Finalmente nel 2014, grazie anche alle inchieste giornalistiche, cui Scifo dà un
contributo essenziale, le istituzioni cominciano a interessarsi della situazione con la
Commissione parlamentare antimafia e con la Commissione Diritti umani del Senato.

Celeste Lo Giacco è una sindacalista calabrese. Inizia la sua esperienza organizzando lo Sportello Immigrati
all'interno del Patronato Inca Cgil nel territorio di Gioia Tauro.
È autrice di due importanti progetti: il primo (“Lavoro e integrazione: le coop degli uomini liberi), nato a Polistena nel 2016, che vede lavoratori migranti della tendopoli di San Ferdinando e del
campo container di Rosarno impiegati con contratto regolare nella Coop. Valle del
Marro sui terreni confiscati alla ‘ndrangheta;
il secondo (“Dalla terra il lavoro, in campo contro lo sfruttamento”), mira a individuare sindacalisti tra i numerosi braccianti agricoli stranieri della Piana di Gioia Tauro, convinti che possano essere punto di riferimento per
i loro connazionali.

Angela Gregorini è la vice sindaco del Comune di Pavia. Il 27 dicembre 2013 l’edizione internazionale del New York Times dedica alla città di Pavia la sua copertina, definendola la “capitale mondiale dell’azzardo”. Eletta nel 2014, Angela Gregorini si è impegnata in un progetto di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico che ha ribaltato l’immagine della città dipinta dal giornale americano. Ha contribuito alla nascita del “Tavolo No Slot”, mentre nel 2016, dopo aver emesso un’ordinanza di limitazione degli orari di accensione delle slot, utilizzando un finanziamento regionale ha dato vita al progetto denominato “Quartieri No Slot”, il cui obiettivo è quello di indurre gli esercenti a dismettere le slot dai loro locali, diffondendo la cultura del gioco sano, organizzando campionati di briscola, scopa o scala quaranta, giochi di ruolo, partite di pallacanestro, esibizioni di danza e di atletica all’interno o all’esterno dei locali coinvolti. Il progetto sinora ha coinvolto 3 mila persone e ha visto l’adesione del 15 per cento degli esercenti e la partecipazione di scuole, associazioni, parrocchie, luoghi di aggregazione sociale, associazioni di categoria e sportive. Da novembre 2016, Angela Gregorini è la referente sul tema del gioco d’azzardo per Avviso pubblico.

Massimo Mezzetti è assessore alla Cultura, politiche giovanili e politiche per la legalità della Regione Emilia Romagna, nonché vice presidente di Avviso pubblico. Già assessore comunale a Modena, è stato tra i primi a denunciare la presenza delle mafie in Emilia Romagna, subendo per questo anche intimidazioni e minacce. Nel 2016 ha promosso l’apertura della discussione e la successiva redazione che, attraverso un successivo iter legislativo, ha portato all’approvazione del “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili” (Legge Regionale 28 ottobre 2016, n. 18). Nei 49 articoli del provvedimento – una forte semplificazione normativa rispetto ai 170 complessivi di tutte le leggi approvate in questi anni dalla Regione in materia - sono diverse le nuove misure previste. Fra le più importanti, la lotta all’usura, compresa quella connessa al gioco d’azzardo patologico, con la proibizione di installare apparecchi vicino a luoghi frequentati da giovani e assistenza alle vittime degli strozzini e del racket; un forte controllo sugli appalti, con un maggiore utilizzo del Rating di legalità e l’estensione dell’Elenco di merito a tutte le aziende e non solo a quelle del comparto edile; la tutela occupazionale per il personale di aziende sottoposte a interventi giudiziari, maggiore sicurezza sul lavoro e azioni di prevenzione e contrasto della corruzione, con la riduzione delle stazioni appaltanti. E ancora: l’ulteriore rafforzamento dell’attività di promozione della cultura della legalità, il sostegno al recupero di immobili confiscati e un Osservatorio regionale sulla criminalità.