Se non ci saranno, come è improbabile, serie aperture da parte del governo, il confronto sulle pensioni potrebbe segnare oggi (21 novembre) una brusca battuta d'arresto, che porterebbe all'immediata apertura della mobilitazione, almeno da parte della principale organizzazione sindacale italiana, la Cgil. Alle 9.30 a palazzo Chigi è infatti iniziato un nuovo round della difficile trattativa sulle pensioni. Al tavolo il premier Paolo Gentiloni ed i ministri dell'Economia Pier Carlo Padoan, del Lavoro Giuliano Poletti e della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Per i sindacati i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.  

Nell'ultimo incontro, quello di sabato 18 novembre, il premier Paolo Gentiloni aveva presentato due nuove proposte a Cgil, Cisl e Uil: lo stop al rialzo dell'età pensionabile anche per le pensioni di anzianità e un fondo per la proroga dell'Ape sociale. Ma secondo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, "rispetto agli impegni assunti dal governo nel settembre 2016 sulla cosiddetta 'fase due', le distanze appaiono evidenti".

L'intervista di Susanna Camusso a Radioarticolo1

"Troppo ristretta - secondo Camusso - la platea dei beneficiari delle agevolazioni sull’aumento dell’età per la pensione”. E poi, "nessuna disponibilità da parte del governo" sui giovani. Quanto agli esentati dall'innalzamento dei requisiti per la pensione, secondo Camusso "continuiamo a parlare di una platea molto ridotta" e le novità "non cambiano il numero e le dimensioni".

Per questo, in attesa dell'esito (decisivo) dell'incontro odierno, la mobilitazione va avanti. "Continuiamo con le assemblee nei luoghi di lavoro - ha detto Camusso ieri ai microfoni di Radioarticolo1 - Parleremo inoltre con tutti i gruppi parlamentari, a partire da quelli che sostengono il governo, cui chiediamo coerenza con gli impegni assunti. E decideremo con quali modalità tornare nelle piazze”.