Si è svolto oggi (9 dicembre) il terzo incontro tra Cgil, Cisl e Uil sulla definizione di un nuovo modello contrattuale, nella sede del sindacato di via Po. Le confederazioni "hanno approfondito il confronto sul tema della partecipazione, individuato quale uno dei tre pilastri sul quale poggiare un nuovo sistema di relazioni industriali". È quanto si apprende da una nota unitaria. La partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori e dei loro soggetti di rappresentanza, scrivono i sindacati, "costituisce una delle componenti principali dei processi di innovazione sia all'interno delle aziende, che a livello territoriale e settoriale".

La proposta alla quale Cgil, Cisl e Uil stanno lavorando assume come riferimento il dettato costituzionale, "che all'articolo 46 spinge per una contrattazione che investa le stesse prerogative direzionali dell'impresa, oltre che assicurare il collegamento tra momento partecipativo e quello più generale della politica economica. Sarà compito della contrattazione collettiva prevedere le modalità sperimentali delle varie forme e strumenti di partecipazione". Il confronto prosegue nei prossimi giorni, aggiungono le tre confederazioni, nonostante il periodo natalizio, a conferma dell’obiettivo di pervenire nel breve termine a una proposta unitaria.

Il 2 dicembre incontro interlocutorio
L'ultima riunione si era svolta mercoledì 2 dicembre. L'incontro - in quel caso - aveva consentito di consolidare l'impostazione sulla quale è partito il confronto e di registrare ulteriori punti di convergenza su aspetti significativi dello stesso, a partire dal ruolo e dalla funzione della contrattazione, nazionale e di secondo livello. "Il ccnl deve mantenere la sua funzione di primaria fonte normativa e di regolazione dei rapporti di lavoro - scrivevano i sindacati -, nonché di autorità salariale per la difesa e l'incremento del potere d'acquisto. Contemporaneamente, l'obiettivo di Cgil, Cisl, Uil è quello di "rafforzare ed estendere quantitativamente e qualitativamente la contrattazione di secondo livello, aziendale e territoriale", sia come "strumento di tutela delle condizioni di lavoro", che come mezzo di "incremento e redistribuzione della produttività attraverso un investimento sui fattori di qualità dell'impresa e di sistema".