Da oggi in Francia, la regolarizzazione dei migranti sarà un po’ più facile. Il ministro dell'Interno di Parigi, Manuel Valls, ha infatti presentato in consiglio dei ministri i nuovi criteri per la regolarizzazione degli immigrati clandestini, ammorbidendoli in certi elementi dopo la dura stretta voluta dal precedente governo di centrodestra.

Le nuove regole, ha spiegato Valls alla stampa restano “strette”, dato che richiedono la presenza nel paese da almeno cinque anni e impongono una serie di altre condizioni, e “non hanno come obiettivo di aumentare il numero di regolarizzazioni”, attualmente al ritmo di circa 30 mila l'anno. Ma “sono più giuste, perché i criteri permettono un trattamento più omogeneo sul territorio”.

In particolare
, la circolare di Valls prevede la concessione di permesso di soggiorno ai genitori presenti in Francia da almeno 5 anni e con figli scolarizzati da almeno 3 anni, ai ragazzi che al compimento del diciottesimo anno possono dimostrare di aver seguito “le scuole in materia assidua e seria” nel Paese, e ai lavoratori che riempiono determinati criteri (in materia anni di presenza in Francia, mantenimento dello stesso posto di lavoro, esistenza di un contratto o di un impegno di assunzione).

La circolare sarebbe dovuta uscire nel settembre scorso, ma le lunghe consultazioni con le associazioni che si occupano dei diritti dei migranti e le altre parti sociali, oltre alle discussioni con la presidenza e il Primo ministro, hanno prolungato l'iter della sua stesura. L'attuale versione ha ottenuto reazioni positive dalle associazioni, che avanzano però alcune riserve, in particolare per quanto riguarda i criteri di regolarizzazione di giovani e giovanissimi.

E’ di un paio di settimane fa, tra l’altro, la notizia che il numero di lavoratori stranieri remunerati con salari inferiori alla media ha superato quota 300mila in Francia. È emerso in una nota del Ministero del lavoro, il cui contenuto è stato pubblicato ieri dal quotidiano Le Parisien. Secondo la nota, i lavoratori sottopagati erano circa 30mila nel 2006 e sono diventati tra i 220mila e i 330mila nel 2010 per aumentare ancora del 15% nel 2011. Arrivano soprattutto dalla Polonia, dalla Romania e dalla Slovacchia, ma sono anche portoghesi, spagnoli e italiani. “È un fenomeno noto, molto presente, soprattutto nel settore dell’edilizia e nelle regioni di frontiera, come nel Nord. È un fenomeno illegale”, ha detto il ministro Michel Sapin intervenendo su France 2.