Una riforma radicale e coraggiosa delle cure primarie e dell'assistenza territoriale, sulla base di un progetto riformatore nazionale unitario. E' questa la richiesta della Fp Cgil Medici, presentata all'interno della bozza di piattaforma per il rinnovo della convenzione della medicina generale in riferimento alla Bozza Sisac, in vista del nuovo incontro fissato per il 15 maggio.

Si ritiene pertanto che il rinnovo delle convenzioni "debba avvenire nel contesto del “Patto per la salute” che le Regioni si sono impegnate a concludere entro maggio. Le cure primarie sono il terreno migliore per investire parte delle risorse ricavate dal taglio degli sprechi che le Regioni si sono impegnate a recuperare. Le risorse ci sono, è quindi inaccettabile e senza senso, un rinnovo a costo zero".

E non è plausibile, secondo il sindacato, "considerare le convenzioni nazionali solo come fonte di ulteriori e diversificati vincoli per i medici. E pensare ad una sostanziale delega normativa, fuori controllo, all'ipertrofica autonomia regionale, con disparità di trattamento per i medici".

In questo modo si complicano ulteriormente le già compromesse condizioni di lavoro dei medici con negative ripercussioni sull'assistenza ai cittadini. Nello specifico la Fp Cgil Medici critica la Bozza Sisac specialmente su tre punti: 1) la scomparsa del distretto, come riferimento centrale nella organizzazione delle cure primarie.  2) la mancata previsione dell'assistenza h 24 per 7 giorni a settimana, che era il pilastro fondamentale della riforma Balduzzi e il motivo principale per cui si richiedeva il rinnovo delle convenzioni. 3) il sostanziale annacquamento e rinvio del ruolo unico. E quindi il mancato superamento della antistorica figura del medico di guardia medica.

Le proposte del sindacato poggiano su alcune idee con forza: "Mettere il distretto al centro della organizzazione delle cure primarie con la strutturazione di centri aperti h24 per 7 giorni a settimana sul modello delle “Case della Salute” e completa informatizzazione del sistema. Definire le forme organizzative complesse (AFT-UCCP) nel distretto ed omogeneamente sul territorio nazionale. Nessuna forma di privatizzazione delle cure primarie".

E ancora: "Abolizione della figura del medico guardia medica, con riconoscimento a questi medici di pari dignità e pari diritti dei medici di assistenza primaria, visto che hanno gli stessi titoli. Massimale dei medici di famiglia a mille assistiti e redistribuzione di ruoli, funzioni ed attività sulla base del modello organizzativo. Ambiti di scelta omogenei ai servizi territoriali distrettuali, con completa integrazione tra le figure professionali ed i servizi. Dipendenza per tutti i medici dell'emergenza".

"Quindi nessun rinnovo a costo zero - conclude Nicola Preiti, coordinatore nazionale Medicina generale della Fp Cgil Medici - visto che l'esigenza riformatrice esiste e anche le risorse dovranno saltar fuori, a partire dalla stessa spending review".