"Mediamarket, alla nostra richiesta di sospensione delle iniziative unilaterali, ha comunicato nel pomeriggio di oggi che non procederà ai trasferimenti definiti, in attesa dell’incontro previsto per il 12 aprile al ministero". Lo annunciano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, spiegando che si tratta di "un primo importante risultato".

Nella giornata odierna, riportano i sindacati, i lavoratori di diversi punti vendita Mediaworld in Emilia Romagna stanno scioperando con iniziative articolate e a sorpresa. Si riscontrano adesioni allo sciopero fino al 99%. Significativo il presidio dei lavoratori di Parma, Piacenza e Reggio svolto a Parma, l’iniziativa dei lavoratori di Bologna, come il presidio ancora in corso a Ferrara e le iniziative svolte a Imola.

L’azienda aveva assunto la decisione unilaterale di trasferimento dalla data del 1° aprile delle lavoratrici e dei lavoratori dei punti vendita in chiusura e delle aree interessate dal contratto di solidarietà. Poi la marcia indietro del gruppo. "L’azienda, che aveva annunciato tre anni fa di unificare la rete vendita e l’online attraverso l’omnicanalità, ha proseguito con confusione organizzativa e ha peggiorato le condizioni di lavoro con un conseguentemente peggioramento del servizio. Il conto degli errori fatti viene oggi impropriamente presentato ai lavoratori e la crisi delle vendite e le difficoltà del mercato non possono giustificare che l’impresa leda la dignità e il rispetto per i propri dipendenti". A fronte dell’importante risultato ottenuto di sospensione dei trasferimenti, in coerenza con quanto dichiarato, le organizzazioni sospendono da domani (1° aprile) al 12 aprile le azioni di lotta.

Stessa posizione arriva dalla Cgil di Bergamo, che sospende lo sciopero del 3 aprile. "Ricordiamo che la mobilitazione era stata proclamata contro il trasferimento dei lavoratori Mediaworld/Mediamarket dalle sedi di Curno in via Fermi e in via Lega Lombarda a Verano Brianza e contro i tagli delle maggiorazioni domenicali nei punti vendita di tutta Italia, che verranno portate dal 90% al 30%, secondo quanto  previsto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro - spiega il sindacato -. Durante una prima astensione dal lavoro (articolato nelle giornate del 2 e 3 marzo) la risposta dei lavoratori era stata importante, con una grande partecipazione". 

In bergamasca, nelle due unità locali della sede centrale (via Lega Lombarda e via Fermi a Curno), la decisione del trasferimento coinvolgerebbe 500 persone che verrebbero, così, obbligate a spostarsi forzatamente. La nuova sede proposta dall’azienda dista più di 50 km (un’ora e mezza di viaggio) dall’attuale luogo di lavoro: per questo i sindacati temono che il trasferimento creerebbe enormi disagi per tutti i dipendenti, in particolare per le figure assunte a part-time.

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