C'è attesa per l'incontro in programma oggi, 4 ottobre, tra la ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, e i sindacati della scuola, che si confronteranno sull'apertura anno scolastico 2016/2017 e sull'evoluzione del sistema di istruzione successivamente all’entrata in vigore della legge 107/2015, la cosiddetta "Buona Scuola". Un faccia a faccia che arriva ad oltre 20 giorni dalla richiesta unitaria avanzata da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, subito dopo l'avvio dell'anno scolastico, un avvio caratterizzato da evidenti criticità e "gravi disfunzioni", causate, a detta dei sindacati, proprio dai cambiamenti introdotti dalla nuova legge. 

In particolare, le 4 sigle richiameranno l'attenzione del ministro su quattro gravi criticità: il "caos creato dalla disordinata gestione della mobilità", l’andamento "assai discusso" del concorso per il reclutamento dei docenti, la "gravissima insufficienza dell’organico Ata" e le procedure per le assunzioni, "rese incerte dalle conciliazioni sulla mobilità".

Lo scorso 30 settembre, in occasione della cerimonia per l'inaugurazione dell'anno scolastico, i sindacati avevano sintetizzato in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il proprio dissenso rispetto a scelte che hanno prodotto, secondo i rappresentanti dei lavoratori della scuola, "la violazione di diritti delle persone".

Queste in particolare le maggiori criticità indicate nella lettera a Mattarella: "Resta alto il numero delle classi sovraffollate, specie laddove le dotazioni organiche non consentono di far fronte adeguatamente all’incremento della popolazione scolastica; non è assicurata la piena agibilità degli spazi di ampliamento dell’offerta formativa, a causa dei vincoli cui deve sottostare l’impiego del cosiddetto organico potenziato; le dotazioni organiche del personale ATA restano insufficienti e non consentono di assicurare il regolare espletamento degli adempimenti amministrativi e le necessarie condizioni per la vigilanza degli ambienti scolatici; una situazione aggravata anche dalle restrizioni nel ricorso a supplenze introdotte dalla legge di stabilità per il 2015; gli effetti delle numerose irregolarità riscontrate nelle operazioni di trasferimento (comportanti - come già ricordato - la lesione di diritti individuali solo in minima parte risolta in sede conciliativa), insieme al protrarsi nel tempo delle operazioni di assunzione, stanno determinando ancora una volta ripetuti avvicendamenti del personale, a danno della continuità didattica".