“La nostra priorità è far ripartire la fabbrica, ricominciare a produrre e dare occupazione ai lavoratori. Ci attendiamo quindi che l’impegno che si sono assunti di presentare il piano industriale il 3 maggio prossimo sia concretizzato”. Una “fiduciosa attesa”: così potremmo definire l’atteggiamento della Cgil nazionale, ben espresso dalle parole di Salvatore Barone, nei confronti della vicenda dell’ex Alcoa di Portovesme (Sud Sardegna), l'impianto sardo di produzione di alluminio spento quasi sei anni fa, ora acquisito dal gruppo svizzero Sider Alloys.

Lo stabilimento è stato spento nel novembre 2012, mentre due mesi fa è stato firmato l'accordo per la cessione a Sider Alloys. È prevista anche la partecipazione di Invitalia con il 20 per cento. Un nuovo incontro, appunto, è stato stabilito per giovedì 3 maggio. “Ci auguriamo – riprende Barone – che la scelta della nuova società di avviare il revamping sia definitivo e senza rinvii. E che il piano industriale sia concreto, attendibile, capace di gestire e rilanciare lo stabilimento”.

La novità delle ultime ore, emersa nel tavolo di confronto che si è riunito lunedì 9 aprile al ministero dello Sviluppo economico, è la proposta di dare una quota del 5 per cento della nuova società a una “associazione di lavoratori” dell'ex Alcoa, con un posto riservato a un loro rappresentante in Consiglio di sorveglianza. “Partecipare all’indirizzo delle scelte aziendali – riprende l’esponente Cgil – è sicuramente un riconoscimento importante di tutto quanto è stato fatto in questi anni tormentati per tenere aperta la prospettiva di rilancio della fabbrica”.

Ma ora bisogna capire, in concreto e in dettaglio, quali siano i termini della proposta. “In linea generale – afferma Barone – ribadiamo la validità del sistema duale: i lavoratori possono e debbono esprimere le proprie opinioni sugli indirizzi strategici della gestione, la cui responsabilità però rimane in capo all’impresa”. Nello specifico dell’ex Alcoa, la Cgil avverte l’esigenza “di un approfondimento, che faremo assieme ai nostri giuslavoristi, per fornire indicazioni più precise rispetto al profilo della partecipazione. Il tema delle azioni, insomma, per noi non è la priorità, che invece rimane quella di dare un orizzonte più certo a occupazione e produzione”.