“Ci piacerebbe che avesse ragione l’Eurispes, quando prevede una ripresa già nel 2009, ma al contrario siamo convinti che, senza politiche di contrasto, la crisi lascerà nodi strutturali di depotenziamento del nostro sistema produttivo”. Così la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso, su quanto emerge dal Rapporto Italia 2009 dell'Eurispes diffuso oggi.

“Una preoccupazione - continua la dirigente sindacale - che emerge dallo stesso rapporto, dato che l’istituto sottolinea come sia ‘crisi fine mese’ per il 60% degli italiani, come le donne guadagnino meno e come gli stipendi in Italia siano i più bassi d’Europa: così alla preoccupazione del lavoro per milioni di lavoratori dipendenti si aggiunge la preoccupazione del reddito”.

Ma non è solo l’Eurispes a fotografare una situazione difficile per il paese. “Il dato Istat sull’occupazione nelle grandi imprese - dice la sindacalista - indica un preoccupante calo di quest’ultima rispetto agli anni scorsi, ma soprattutto, riferendosi allo scorso novembre, prende a riferimento il periodo in cui la crisi era meno diffusa rispetto al giorno d’oggi. Dato, peraltro, che emerge dall’andamento della cassa integrazione”. Alla luce di queste considerazioni, si chiede Camusso, “dove sono le politiche che il governo dovrebbe fare di detrazione per lavoro dipendente e pensioni? Dov’è è finita la lotta all’evasione e all’elusione fiscale?”

Infine, dice la segretaria confederale, “dal rapporto Eurispes viene anche la conferma che servono politiche industriali nuove che tengano insieme sostenibilità e compatibilità ambientale”. L’istituto sottolinea, infatti come Taranto, sotto il peso di grandi complessi industriali come l’Ilva, sia dal punto di vista ambientale ‘un’emergenza nazionale’: “Taranto versa in una situazione grave che va affrontata dal governo e dalle imprese investendo in risanamento. Non si può più rinviare - conclude Camusso - una scelta sulla qualità delle politiche di ricerca e di sostegno alla innovazione”.