Con l'Industria 4.0 la logistica interna agli stabilimenti non sarà più gestita dall’operaio ma da robot in grado di sollevare pesi maggiori. La stima del Fondo monetario segnala che in Italia potrebbero bruciarsi 200 mila posti di lavoro, ma altrettanti potrebbero esserne creati, arrivando ad un saldo positivo frutto anche dell'agilità delle piccole imprese tipicamente italiane. Ma cosa accadrà a Catania? Il nuovo processo digitale che automatizzerà la produzione e creerà interconnessioni, anche attraverso gli open data, è stato al centro del seminario della Cgil di Catania sui grandi mutamenti e le grandi sfide imposte dall' Industria 4.0 che si è tenuto oggi nella Sala Russo di via Crociferi.
Ad introdurre i lavori è stato Claudio Longo (segretario confederale Cgil Catania). Tra i relatori Alessio Cremolati (segretario nazionale Industria Cgil), Franco Garufi (Cgil Sicilia), Monica Genovese (segretario regionale Cgil Sicilia). A concludere i lavori è stato Giacomo Rota (segretario generale Cgil Catania).
Cremolati ha affermato: "La sfida è aperta. E la divisione non riguarderà nord e sud Italia. Semmai c'è una polarizzazione che riguarda il mondo tra chi ha capacità di fare innovazione ed investimenti e chi non lo potrà o saprà fare. Ai lavoratori adesso bisogna chiedere creatività ma per ottenere questo bisogna garantire una condizione di libertà. Cioè quello che in questo momento storico sta mancando".
Ha invece concluso Giacomo Rota: "L' Industria 4.0 può essere una grande opportunità così come può divenire un problema. Sarà un opportunità qualora i governi consentano ai territori di prepararsi alla competizione che ci aspetta. Se ciò non accadrà, faremo i conti con un problema complesso. Guardando alla situazione catanese, si ha la sensazione di operare in un territorio difficile, fatta eccezione di alcune realtà che brillano in un contesto inadeguato. Occorre che i governi nazionale e regionale aiutino partecipare a questo nuovo percorso nelle condizioni migliori possibili, in modo da consentire alla provincia catanese, la più industrializzata in Sicilia, di attrezzarsi adeguatamente anche a livello strutturale, per potere stare al passo con i tempi".